Non mi farò usare dal Cavaliere, serve un governo di larghe intese
No alle elezioni anticipate, fermare il ddl intercettazioni
L’intervista a Pier Ferdinando Casini di Carmelo Lopapa sulle colonne de La Repubblica.
Tre anni di tempo per affrontare la crisi e fare tutti insieme, o quasi, ciò che questo governo non potrà realizzare. Un vascello che naviga in pessime acque e sul quale l’Udc non intende imbarcarsi. Larghe intese, allora, con o senza Berlusconi alla guida. Pier Ferdinando Casini rilancia il suo appello, “rivolto a tutti”. Gianfranco Fini, inevitabile, interlocutore privilegiato.
Il Pdl scricchiola. Avverte aria di crisi, presidente Casini?
“Avverto che c’è un elemento nuovo: per la prima volta, Berlusconi ha ammesso che le cose non vanno, che la situazione non è tranquilla. Il che, conoscendolo, non è cosa da poco. Segno che comincia a farsi strada l’idea che non basta il demiurgo, che i problemi sono tutti politici”.
Il premier conta di risolverli rompendo con Fini e, sembra, riaprendo il dialogo con voi. Pronti a dargli una mano?
“Sia chiara una cosa. Io non so se, in passato, Fini abbia accettato di essere usato contro di me. Io non intendo certo farmi usare contro di lui. Le dinamiche interne alla maggioranza non mi interessano, problemi loro. Io ho fatto a Berlusconi in privato come in pubblico, da due mesi a questa parte, un discorso onesto. La questione non è aggiungere un posto a tavola, cosa poco dignitosa, sia per chi apparecchia che per chi va a mensa. Ma aprire una fase politica nuova, che superi la teoria. Il mio appello è rivolto ancora una volta a tutti, e alla maggioranza in primo luogo. Occorre una formula che coinvolga le forze più responsabili dell’opposizione”.
Adesso anche Bersani parla di “altre ipotesi”.
“Alle “altre ipotesi” io ci penso da due mesi. Chiaro: bisogna arrivare alle larghe intese. Abbiamo tre anni di tempo, chi si tira fuori si assume le sue responsabilità. Detto questo, il rapporto tra noi e il Pd non è facile. Perché al di là delle affermazioni in privato, poi loro cosa offrono all’Udc? Stessa cosa: aggiungono un posto a tavola. Non va. Questi rischiano, tra qualche anno, di ripresentarsi con gli stessi ingredienti di un governo Prodi. Al quale vorrebbero si aggiungesse l’Udc. Con franchezza, se devo marciare al fianco del Prc, Di Pietro e magari della D’addario, beh, rispondo no grazie”.
Alla guida di un governo istituzionale i democratici non vedono certo Berlusconi. E voi?
“Un passo per volta. Prima verifichiamo se ci saranno le condizioni per dar vita a una soluzione di questo tipo, tutt’altro che scontato. Noi siamo disponibili a discutere con tutti coloro che si rendono disponibili, senza preclusioni”.
Si sente di escludere il voto anticipato?
“Con la crisi che investe il continente, non mi sembra una via destinata a premiare chi la imbocca, per di più con cento voti di maggioranza. Berlusconi avrà pure tanti difetti, ma non è certo un cretino”.
Il ddl intercettazioni è il punto di rottura dentro e fuori la maggioranza. Come voterete?
“Io dico: il governo si fermi. Fermi questo treno in corsa che rischia di deragliare rovinosamente. La prova di esibizione muscolare non conviene a nessuno ed è destinata ad infrangersi contro le prime verifiche di costituzionalità”.
Il Quirinale ha espresso già le sue perplessità e Ghedini si è scagliato contro.
“Giù le mani dal Colle e, parafrasando un motivetto caro al premier, meno male il Quirinale c’è”.
Franceschini ha annunciato la disponibilità del Pd a votare gli emendamenti dei finiani. Anche voi lo farete?
“Chiaro. Su tutti gli emendamenti di buon senso che da un lato garantiscano l’autonomia dei giornalisti e dall’altro la lotta alla criminalità, ci sarà la più larga convergenza”.
Ci sarà anche sulla mozione di sfiducia al ministro Brancher, presentata dal centrosinistra?
“Io confido ancora che non si arrivi al voto. Che pasticcio, quel ministero dalle deleghe incerte di cui nessuno avvertiva l’esigenza. Mi auguro che ci sia un sussulto di ragionevolezza nella maggioranza. E anche da parte del diretto interessato. Diversamente, il prezzo che pagherebbe la politica e la maggioranza sarebbe enorme”.
Se nel Pdl arrivassero davvero alla “separazione consensuale”, Fini e i suoi diventerebbero vostri interlocutori privilegiati nella costruzione del “partito della nazione”?
“Il Partito della nazione è un progetto aperto a tutti. E lo dico anche rispondendo all’appello rivoltoci da Rutelli: noi dell’Udc non siamo solo disposti a metterci in discussione, ci siamo proprio azzerati. Ma guai a fare un’adunata di generali. In politica due più non sempre fa quattro. Quanto a Fini, certo, siamo disposti a costruire una pagina di politica nuova con chi ci sta. A patto che non sia basata sull’antiberlusconismo, che non paga, ma neanche sulla mitologia dell’uomo forte. Quella, oltre a essere stucchevole, è ormai tramontata”.
Un’intervista che chiarifica sempre di più quelli che sono gli auspici circa la creazione del Partito della Nazione. Un partito dove tutta l’Italia possa identificarsi e completamente in linea coi valori promossi dal Partito Popolare Europeo. L’antiberlusconismo non è il futuro; è semplicemente l’espressione di un malessere, poco propositivo, della gente che critica e si rassegna. Noi vogliamo cominciare a ragionare con la logica del “qui e ora” inserita in una visione ottimistica del futuro: sinonimo di poco scontro e molta collaborazione, poca critica, molta auto-critica, poco “altruismo privato”, molta più cura del “bene pubblico”.
Un mese fa era vitale fare la manovra economica il prima possibile… ora non si sa neppure se la fanno, quando la fanno e come la fanno. In compenso il ddl intercettazioni lo fanno ad Agosto pur di risolvere la questione. E’ vergognoso. Se le priorit… Mostra tuttoà del Paese sono le magagne del suo Presidente del Consiglio allora siamo proprio alla frutta. Intanto le fabbriche chiudono, la gente è a spasso e non lavora, alle famiglie spetta sempre il peso di tutti questi problemi e nessuno pensa a loro. Senza contare il dramma di avere il 29% di disoccupazione sotto i 30 anni. Cosa sono tutti BAMBOCCIONI? Ah me tapino. Ricordo che solo una persona parlava di “Patto Generazionale” e chiedeva di intervenire sulle pensioni ed aiutare i giovani. Indovinate chi è? 🙂
Grazie Pier Ferdinando avanti cosi !
Le parole di Casini sono condivisibili dalla A alla Z. La strada tracciata ed il processo di costituzione del Partito della Nazione è il solo obiettivo che dobbiamo cercare di raggiungere, tutti insieme.
La politica italiana è ormai lacerata, i rapporti interni alla maggioranza parlamentare che sostiene il Governo Berlusconi lo sono altrettanto.
Urge necessariamente un nuovo soggetto che rompa gli schemi venutisi a creare e che, è sotto gli occhi di tutti, stanno solo deteriorando il Paese. Ricordo a me stesso che nel 2008, prima e dopo le elezioni politiche, erano in pochi a credere nel progetto dell’Udc. Erano in pochi a dar fiducia a quanto affermava Pier Ferdinando Casini. Oggi, invece, tutto ciò che si era pronosticato in merito ai due partiti di facciata (Pdl e Pd) si sta registrando.
E’ giunto il momento di staccare la spina e di ricominciare da capo, attuando quelle riforme strutturali indispensabili per rimettere in modo il sistema Italia. Caso contrario, il declino sarà inarrestabile e, del resto, ne abbiamo già prova!
le riforme sono necessarie, ma cadendo questo governo, direi che nel 2011 si potrebbe andare a votare.
e in questo caso l’udc dovrebbe fare delle alleanze attorno a dei punti programmatici di governo che siano vincolanti
[…] Fonte: Non mi farò usare dal Cavaliere, serve un governo di larghe intese … […]
Che nel PDL ci siano contrasti è evidente tutti i giorni è scritto nei giornali. E’ inutile sottolineare l’ottima scelta nel 2008 di non fondersi nel partito fondato da Berlusconi e da Fini.
Buongiorno, Presidente Casini
Sono ancora qua a “rompere”; mi perdoni se, nel mio piccolo, vorrei fare l’avvocato del diavolo.
Il giornalista le chiede:
Adesso anche Bersani parla di “altre ipotesi”.
Lei così risponde al giornalista:
“Alle “altre ipotesi” io ci penso da due mesi. Chiaro: bisogna arrivare alle larghe intese. Abbiamo tre anni di tempo, chi si tira fuori si assume le sue responsabilità. Detto questo, il rapporto tra noi e il Pd non è facile. Perché al di là delle affermazioni in privato, poi loro cosa offrono all’Udc?
E’ questo il “suo” problema, Presidente? Che cosa il PD è disposto ad offrire all’UDC?
Io avevo creduto di capire che il “suo” problema fosse di natura umana e politica: la famiglia e il lavoro dei e per i giovani… mi sarò sbagliata?
Come ho già avuto modo di scriverle (mi accusi pure di qualunquismo, se vuole!), questo è il probllema ricorrente di tutti i leaders dei partiti dell’arco costituzionale e non: il terrore di venire fagocitati, il terrore di scomparire, il terrore di perdere privilegi a favore di altri. Non penso che sia un problema anche economico, perchè anche se scompariste dalla vita pubblica, tutti quanti voi leaders, i contribuenti italiani vi darebbero un sostanzioso vitalizio, per ognuno dei quali vivrebbero almeno 10 famiglie (ritorno così al suo tanto perorato tema “pubblico”).
E se invece di partire dal presupposto “Io ti dò questo, tu cosa mi dai in cambio?”, l’incipit del discorso tra leaders fosse questo: “Qua non siamo nulla, nessuno di noi è un leader! La situazione italiana è quanto di più precario ci sia nel mondo occidentale e nelle società industrializzate (su questo, mi pare, si possa convenire! Il debito pubblico italiano fa rizzare i capelli a tutti!). Abbiamo un’anomalia politica, con un nome ben preciso alle spalle, per la quale tutto il mondo ci critica. Se vogliamo rimettere in sesto l’Italia e gli Italiani, e ridare una vera e seria politica a questa nazione che cosa possiamo fare?”
Si potrebbe iniziare così, non le pare? piuttosto che cercare un baratto! E, torno a ripetermi, si lascino le idiosincrasie personali. Una coalizione non potrebbe mai nascere seriamente se non dai punti in comune, non dalle differenze che caparbiamente continuate a rivendicare.
[…] via https://www.pierferdinandocasini.it/2010/07/04/non-mi-faro-usare-dal-cavaliere-serve-un-governo-di-la… Posted by admin on luglio 5th, 2010 Tags: News, Politica Share | […]
Nuova pagina politica con Fini aderente al Partito della Nazione ? Magari ! Fini al momento pare essere un utilissimo contrappeso all’interno della maggioranza, un moralizzatore che funge da inibitore ai pericolosi slanci antidemocratici di Berlusconi. Non credo tuttavia che possa continuare su questa falsa riga ancora per molto. Anche per lui arriverà il momento della svolta. Non prima del 2013 però. Il governo infatti reggerà a mio avviso, disponendo di forti consensi in aula a prescindere da Fini. In ogni caso non credo che in questo momento la strada maestra sia il ricorso alle urne, bensì (e sposo in pieno Casini) il governo di larghe intese che faccia le riforse necessarie, visto che il PDL non le sa fare.
Io penso che la cosa migliore sarebbe di fare il Partito della nazione con a capo Casini, e stringere alleanza con gli altri della vecchia coalizione formando un governo che servi solo ha salvare il Paese da una forte crisi, e nella fine della legislatura andare a votare, co saggezza.
citoyenne anche se fosse come dici tu, non penso proprio che Casini possa dire una cosa del genere al pubblico. La frase il PD cosa offre a noi è sulla base dei punti in comune, proprio quelli che dicevi tu: famiglia lavoro giovanile crisi e quanto altro. Se il PD non offre niente, cioé non da garanzie in questi punti di programma, se non offre alternative valide, di certo Casini non si metterà a seguire Di Pietro…Non pensi ???
Daniela carissima, in una democrazia seria e che si rispetti, il bene dei cittadini “dovrebbe” essere il compito prioritario di qualsiasi governo! Perchè questo non avviene in Italia? Io conosco la risposta a questa domanda. Perchè in Italia qualsiasi leader non vuole abbaandonare le proprie ideologie che, secondo me, servono solo come specchio deformante, per nascondere un arrivismo personale sfrenato. Tutti, dicasi tutti, degli Italiani se ne fregano, pensano solo alle poltrone. Proprio per questo io ponevo la sfida di fare tutti quanti un passo indietro dal ruolo che ricoprono nei propri partiti, alzarsi le maniche e cominciare a lavorare per gli Italiani.
Ricapitoliamo. Durante le elezioni regionali il Pd non è riuscito a mantenere la linea di dialogo con l’Udc: in Puglia la sconfitta dell’on. Boccia, nel Lazio l’adeguamento perdente all’on. Bonino, in Piemonte la conferma della signora Bresso, quella della pillola Ru486. Nonostante questi evidenti errori il Pd è riuscito a contenere la sconfitta grazie all’alleanza in Liguria, nella Marche e nella Basilicata con l’Udc. Strano che dopo le elezioni non abbia riconosciuto questo apporto continuando a negare in sintonia con il Pdl l’autonoma elaborazione politica e programmatica del nostro partito. Ma c’è di più, il Pd ha riconfermato la sua preferenza per il maggioritario e l’uninominale che lo avvicinano nuovamente al Pdl più che all’Udc, che, com’è noto, preferisce il modello elettorale tedesco. Attualmente il Pd insegue le velleità dell’on. Fini anche se quest’ultimo ribadisce che non andrà mai via dal Pdl se non cacciato, che la sua funzione è quella di allargare il consenso al Pdl e che vuol solo fare da cerniera sulle riforme istituzionali con il Pd. Attualmente mi sembra che non vi siano grandi prospettive di collaborazione!!