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Gentile Presidente,
sono pienamente d’accordo con lei: la demagogia e gli slogan non ci servono. Non servono ad un Paese che ha invece un disperato bisogno di uomini politici seri e che con senso di responsabilità facciano scelte anche impopolari.
Tuttavia, nel necessario percorso di sacrifici e rigore, la prego di non dimenticare di spingere il governo a perseguire seriamente chi le tasse le elude o non le paga affatto. E a mio parere per raggiungere questo scopo l’attività repressiva, pur necessaria, non può da sola contenere un fenomeno così dilagante.
Occorrerebbe una riforma fiscale vera, che semplificando ed omogeneizzando la pletora di norme esistenti, rendesse più difficile eludere ed evadere.
Se il governo andrà in questa direzione, noi cittadini onesti che le tasse le paghiamo tutte, avremo una gradevole sensazione di equità ed ogni sacrificio che ci viene richiesto potrebbe essere meglio sopportato.
Cordiali saluti
Caro Presidente Casini,purtroppo di demagoghi e di padreterni ve ne sono fin troppi.
Buongiorno
Chi disse: “le tasse sono belle”? Non certo lei, presidente! Mi pare che sia stato Padoa Schioppa, in tempi in cui la Grecia era ancora lontana. Io ho condiviso quel pensiero. Ma non posso più condividerlo oggi, quando l’onere delle tasse si sta abbattendo sulla classe più debole. Non posso condividerlo con lei e con tutti quelli come lei che non vogliono rinunciare almeno all’ultima trance del finanziamento illegale dei partiti. Non posso condividerlo con lei e con quelli come lei che state difendendo i vostri “diritti acquisiti” (emolumenti, extra, vitalizi, bonus…) con le unghie e con i denti. Non accetto da lei lezioni su che cosa sia la demagogia, perchè lei quella la conosce fin troppo bene!
Una citoyenne
Viminale e spending review: la scure e il bisturi!
Come diceva un noto presentatore televisivo di fronte a fatti ed eventi paradossalmente contraddittori, “la domanda sorge spontanea”. E nella fattispecie di certe dichiarazioni, di seguito riportate, la domanda che viene spontanea è la seguente: quando a parlare di “ringiovanimento” della pubblica amministrazione è un ministro 69enne c’è da fidarsi? Ma ecco il fatto. Il Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, si appresta ad usare la scure per tagliare i costi relativi al personale civile del suo dicastero ed il bisturi per riorgannizzare le forze di polizia! Ecco il piano del Ministro per contribuire alla spending review. “Vorrei ridurre del 10% i dipendenti civili del ministero, grazie ad uno scivolo, un pensionamento anticipato, senza traumi. Dopodiché, invece di riassumere una quota pari al 30% del personale, come potremmo fare in astratto con la cifra risparmiata, ne riassumeremmo solo il 10%. Il resto dei soldi verrebbe accantonato. Io sono pronta: se il governo mi dà l’Ok, vado dai sindacati. Un’operazione che peraltro aiuterebbe il ministero a ringiovanirsi, e ne ha tanto bisogno. Per lo stesso motivo favoriamo anche la mobilità all’esterno: chi vuole andare a lavorare in altri settori dello Stato, può farlo”. Questo quanto la titolare del Viminale – classe 1943, ex prefetto in pensione non più in età puberale – esporrà al prossimo consiglio dei ministri: “Non ci sono privilegi o penalizzazioni. Qui si tratta di sanare il bilancio dello Stato. È un fatto di priorità. Secondo i nostri tecnici questo taglio ci farebbe risparmiare 17 milioni di euro. È una battaglia epocale. O la facciamo adesso o mai più. Il piano più avanzato, già pronto per l’esame delle Camere, è quello per l’accorpamento dei dipartimenti del Viminale e la soppressione di alcune direzioni centrali. Risparmio? Un milione di euro.”! Nel mirino di Cancellieri ci sono anche le scuole della pubblica amministrazione: quelle per i segretari comunali e degli enti locali dovrebbero confluire in una sola al Viminale. In agenda, e sempre tra le cose che saranno presentate in Consiglio dal ministro, c’è anche una riorganizzazione delle prefetture. Argomento, da tempo, tra i più dibattuti e che tocca il cuore del ministero dell’Interno: lo studio, realizzato con l’aiuto dell’Istat “per evitare di intaccare le esigenze della popolazione”, è alle sue battute conclusive. Si tratta in sostanza di accorpare le sedi minori a quelle dei centri vicini più grandi. Potrebbe essere il caso di alcune delle città fresche di promozione a Provincia. Verrebbe in questo modo eliminato, almeno nelle intenzioni, il 20, 25% delle attuali prefetture. Per ogni sede accorpata un milione di euro che resterebbe nelle casse dello Stato. Una riforma che procede di pari passo con la realizzazione degli Uffici territoriali del governo. L’obiettivo è quello di “ricomprendere in un’unica sede, almeno per i principali livelli, le rappresentanze di Interni, Pubblica istruzione, Beni culturali, Sanità statale e uffici finanziari, per avere così un unico centro di spesa e possibilità di scambio del personale”. Al Viminale stanno studiando anche una diversa distribuzione delle forze dell’ordine sul territorio, “ma in questo caso, senza alcun ritocco del personale, sulla sicurezza non si risparmia”. Anche per le forze dell’ordine la Cancellieri vorrebbe un’unica centrale per gli acquisti delle forze di polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria e guardia forestale, da concordare con tutti i ministri interessati.
ok se si vogliono i servizi, le tasse non si possono abolire. Ma ridurre si, di tagli e cure dimagranti al carrozzone della Pubblica Amministrazione, non se ne sente nemmeno parlare. Invece di continuare ad aumentare tasse, si cominci a ridurre gli sprechi!