Perché il pareggio sia una vittoria
La sostanziale adozione da parte del governo della proposta del senatore Nicola Rossi, che prevede l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione e l’anticipo al 2013 del pareggio stesso, è sicuramente una nota positiva dopo giorni di notizie e segnali negativi provenienti dal mondo dell’economia e di risposte insufficienti da parte della politica. Della bontà dei contenuti di questa scelta sono tutti convinti, ma ciò che va sottolineato è anche il metodo con cui si arriva a questa scelta ragionevole: il metodo delle soluzioni condivise. L’Italia uscirà dalla crisi solamente se le forze politiche e sociali saranno capaci di trovare soluzioni che abbiano consenso trasversale, che mettano d’accordo le aree più responsabili del Paese e che non siano banali accordi al ribasso. Resta a questo punto da vedere quale sarà nel dettaglio la proposta del governo per riformare l’articolo 81 della Costituzione perché le politiche di risanamento devono essere fatte all’insegna della chiarezza per evitare quello che Ugo Arrigo definisce “equivoco del risanamento del bilancio”. Arrigo, docente di Finanza pubblica all’Università di Milano-Bicocca, sostiene che occorre prima risanare il settore pubblico per potere avere il risanamento del bilancio soprattutto se non si vuole, ancora una volta, mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. Il risanamento e il pareggio di bilancio, in altri termini, sono obiettivi da raggiungere ma non sulla pelle dei contribuenti bensì attraverso una “messa in efficienza dello Stato produttore” che non solo permetterebbe un pareggio di bilancio ma consentirebbe anche di ridurre di almeno tre punti di Pil la pressione fiscale, ridando così ossigeno alla crescita economica. Sempre a detta di Arrigo non vanno dimenticati provvedimenti chiave utili in questo percorso come privatizzazioni, liberalizzazioni, riforma delle pensioni, e costruzioni di opere pubbliche utili per cui “se si usassero contemporaneamente tutti questi strumenti non sarebbe assolutamente necessario aumentare la pressione fiscale, anzi essa potrebbe diminuire significativamente (permettendo in tal modo di far pagare meno tasse a tutti anzichè tutte le tasse solo a qualcuno)”. Come si può vedere idee e suggerimenti per uscire dalla crisi e far ripartire il sistema Italia non mancano, tuttavia è necessario che i suddetti obiettivi vengano al più presto raggiunti e siano perseguiti col massimo rigore evitando le classiche italiche furbizie e per far questo occorre che il governo non si mantenga sulle vaghe promesse ma agisca concretamente e senza tentennamenti di sorta puntando su una manovra di riforme sostanziali e non di banali tagli e crescenti tasse. L’Italia si gioca tutto in questo frangente e l’obiettivo del pareggio è il simbolo di questo riscatto. Sembra proprio il caso di dire, alla maniera calcistica, che il pareggio questa volta è una vera e propria vittoria.
Riceviamo e pubblichiamo Adriano Frinchi