postato il 19 Febbraio 2010 | in "Politica, Spunti di riflessione"

Quanto “pesa” la questione morale? Dite la vostra

Bye bye, di Alberto F.I recenti episodi di cronaca politica ci riportano indietro nel tempo, e richiamano alla mente una riflessione quanto mai opportuna. Si sente di nuovo parlare di tangenti, mazzette, di amministratori corrotti. Pochi giorni fa il presidente della camera Gianfranco Fini rifletteva sul fatto che, mentre ai tempi di tangentopoli si rubava per il partito, oggi si ruba per sé, e i corrotti sono dei ladri, punto. Noi vogliamo guardare la questione da un’ottica differente.

Posto che i ladri sono sempre tali, la riflessione sugli episodi di corruzione che vedono coinvolti amministratori, funzionari, politici, ci porta a domandarci: ma davvero oggi non c’è più scandalo che riesca a scandalizzare? Davvero è così diffusa la convinzione che tutto sia lecito, a patto di non farsi scoprire?

Quello di cui parliamo ha un nome preciso: si chiama “questione morale” e, come ha dichiarato a chiare lettere Casini, non solo esiste, ma è un macigno che pesa sulla buona politica.

È di oggi la pubblicazione di alcuni dati significativi sulla diffusione della corruzione in Italia. Dati che dimostrano quanto il fenomeno sia purtroppo dilagante dal Mezzogiorno alla Lombardia.

Le rilevazioni sono opera del servizio anticorruzione istituito presso il Ministero dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione.

Alcuni dati.

La corruzione e’ un fenomeno diffuso soprattutto nelle regioni del Sud ed in Lombarbia. Ai primi cinque posti nella classifica delle denunce per reati corruttivi ci sono infatti Sicilia (13,07% del totale), Campania (11,46%), Puglia (9,44%), Lombardia (9,39%) e Calabria (8,19%). Il Lazio, sede della amministrazioni centrali, si colloca a metà classifica (6,67%) mentre le regioni più virtuose sono Valle d’Aosta (0,50%), Molise (1,23%), Liguria (2,06%), Friuli Venezia Giulia (2,08%), Trentino Alto Adige (2,13%) e Umbria (2,15%).

Nei ministeri. Un’analisi sulla percezione della corruzione all’interno dei Ministeri, effettuata nel 2007 con un questionario, ha fatto emergere che nella metà dei dicasteri (9 su 18) sono stati evidenziati casi di corruzione. Sei ministeri su 9 hanno indicato anche il numero di episodi di corruzione scoperta: 97 casi con punte di 33 e 37 in due enti. Questi episodi hanno portato a 16.452 provvedimenti disciplinari di cui il 68,6% concentrati in un solo Ministero e a 285 condanne.

Quanto pesa sui cittadini. La corruzione in Italia ha un impatto devastante sull’economia, sull’immagine e sulla morale del Paese e rappresenta una ‘tassa’ di 1.000 euro a testa, neonati compresi. Le stime parlano di un costo della corruzione compreso tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno.

Guerra alla corruzione o spot elettorale? Insomma, non solo il fenomeno esiste, ma ha il peso di un macigno sui cittadini. Il governo, a poco più di un mese dalle elezioni regionali, ha dichiarato guerra alla corruzione. Ai ministri Calderoli e La Russa è stato dato mandato di presentare un emendamento nel dl sugli enti locali che reintroduce un sistema di controlli interni.

La speranza è che non si tratti solo di uno spot perché, come ha sottolineato Casini, “C’e’ troppa gente che ruba, solo e semplicemente, e va sgominata perché è la credibilità dei partiti e della politica a essere messa in discussione”.

Dite la vostra

8 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Chiara Cudini
Chiara Cudini
15 anni fa

È vero, oggi il problema è che non si riesce più a scandalizzarsi di fronte a niente, purtroppo. Se in qualche modo la gente sentisse lo scandalo, anche in questi giorni, allora ci sarebbe già un atteggiamento di condanna. Se, invece, la gente non si stupisce davanti a niente, allora è implicito il fatto che si può continuare così, tanto in risposta c’è solo indifferenza. La questione morale c’è, eccome se c’è… infatti non credo sia normale tutto ciò che sta accadendo alla politica italiana… a partire dall’atteggiamento che i partiti politici hanno uno nei confronti dell’altro, a partire dalle risse in parlamento… per andare poi alle storie di escort, alle intercettazioni, al parlamentare che si è scoperto si droga… alla corruzione. E da cosa deriva tutto questo se non dalla mancanza di morale fra molti di quelli che governano? La gente si stufa in fretta, dopo che ne ha viste tante, ed è allora che non si stupisce più, non va più a votare e perde ogni fiducia nella politica. Speriamo piuttosto che i pochi che si salvano sappiano far leva sui problemi esistenti per promuovere un risanamento della politica!!

Francesco
Francesco
15 anni fa

Pesa certamente molto, ma il costo sociale credo vada oltre la tassa delle 1.000 euro a testa che rappresenta, esistono tutta una serie di opportunità perse e di danni indiretti di non facile quantificazione, che accompagnano il modo di fare “gelatinoso”. Iniziare sotto la campagna elettorale, una guerra alla corruzione, soprattutto se la guerra la proclama chi non ha fatto molto finora, se non di gridare alla persecuzione ed al complotto ad ogni indagine della magistratura, è sicuramente poco credibile.
La questione morale in Italia, và oltre la tangente, è qualcosa di più pervasivo, che assume, a volte, connotati non nettamente identificabili, e si traduce in diseconomie collettive, irrazionale gestione delle risorse, anche umane e pessimi servizi al cittadino, tra l’altro ben pagati. E’ un modo di fare che và nettamente combattuto, se vogliamo una società migliore, già che tutti adesso lo condannino, almeno nei proclami è qualcosa, ma trasformare lo spot elettorale, in azioni realmente efficaci, per combattere il malaffare, è un’altra cosa.

marco
marco
15 anni fa

Credo sia doveroso specificare in cosa consista il fenomeno corruzione che, a mio avviso ha diverse sfaccettature che vanno ben inquadrate. Se infatti non viene presentato in modo adeguato all’opinione pubblica corriamo un grosso rischio, quello di presentare la nostra classe dirigente e imprenditoriale come meschina, ladra e opportunista. Vedendo molte trasmissioni Tv possiamo notare che questa tendenza è gia in atto. Quello della questione morale, “teoria” riconducibile al suo originario formulatore Beringuer, tende proprio ad ingenerare nella pubblica opinione la sfiducia negli apparati statali ( burocrazia e funzionari pubblici) e nella classe imprenditoriale. Presentando entrambe come espressione del capitalismo e pubblicizzando i casi di corruzione come espressione di un sistema piuttosto che come storture o casi isolati, si cerca di diffondere l’idea che il sistema sia da cambiare. Io ritengo che si debba denunciare il fenomeno ma anche capirne le ragioni. Dipende dalla burocrazia la quale per facilitare le “pratiche”, chiede una “oliata ai cardini”? Altra domanda da porsi credo sia la seguente: esiste tra le imprese una concorrenza legale ma sleale ( tra le coop e le imprese di profitto)? Quali sono i problemi che le imprese incontrano nelle gare di appalto? Anche se il muro di Berlino è crollato e con esso l’Unione Sovietica, è opportuno ricordare che il socialismo e il comunismo sono sopravvissuti, e con esso i modelli socio economici da esso propugnati. Ritengo sia utile proporre una sintesi tra i due sistemi cooperativo e di profitto che trovano la loro espressione italiana nel modello emiliano e in quello lombardo. Che in questa sintesi si giochi il “cessate il fuoco” tra gli opposti schieramenti. Questa è una posizione politica che soltanto l’Udc è in grado di proporre. Una sintesi che sarebbe la “incarnazione” dei valori sociali proposti dalla Dottrina Sociale della Chiesa che sono gli ideali di riferimento dell’Udc.

rosario
rosario
15 anni fa

Infatti penso che in Italia se non ci sarebbe corruzione e camorra saremmo la Nazione più bella e ricca di Europa, ma come si fa ieri a Tg1 abbiamo visto la bustarella data da impreditore a un funzionario dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, però anche noi alle volte ci lasciamo andare in queste cose nel nostro piccolo infatti se andiamo in ufficio e vediamo che l’impiegato fa il suo dovere per noi è una cosa che forse non ricordiamo più, speriamo che ritornino presto i tempi in cui questo modo di fare e di pensare diventino normale e non più un fatto unico e isolato.
Ciao a tutti

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
15 anni fa

E’ un costume, un mal costume, poi é pure un danno. Quali esempi lasciare agli altri? non mi riconosco in tutto questo…quando ho iniziato a far politica pensavo ad un’altra. Occorre una speranza.

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

La questione morale c’è, e pesa sulla politica italiana. Sicuramente, la soluzione c’è, ed è molto semplice.
In politica, ci sono tante persone che sbagliano e, per questo, vanno condannate ed allontanate, perchè si ritorni ad una politica pulita, vera e CREDIBILE.
Questa è la soluzione ai problemi dell’Italia, non certo leggi-spot che, chissà perchè, arrivano all’indomani di uno scandalo e all’alba delle elezioni regionali.
Marta

Francesco
Francesco
15 anni fa

Berlusconi ha promesso: non ci sarà piu’ corruzione!
… non appena saranno impedite, finalmente, le intercettazioni!

Duilio Palluzzi
Duilio Palluzzi
14 anni fa

CORRUZIONE, EVASIONE ED APPALTI PUBBLICI
Una proposta di riforma delle procedure d’appalto necessaria per combatterla
Considerando che i progetti con cui si affidano le opere adottano prezziari pubblici che oltre ai costi industriali prevedono un incremento del 15% di spese generali ed un 10% di utile d’impresa, come si può affidare un opera pubblica per esempio, con un ribasso che spesso supera il 60% e “pretendere” che il lavoro sia svolto conformemente al progetto e con la regola dell’arte? È palese che il massimo ribasso non dovrebbe superare il 10%; maggiore all’utile previsto da progetto.
È necessaria una revisione delle procedure d’appalto previste dal “codice degli appalti”, D. L.gs 163 del 2006, che elimini definitivamente l’affidamento delle gare pubbliche al massimo ribasso ed ogni tipo di procedura con la discrezionalità della committenza nella scelta del contraente.
L’unica procedura che può determinare una scelta oggettiva dell’impresa è la procedura aperta con sorteggio tra tutti i partecipanti che possiedono i requisiti previsti dalle normative vigenti, al prezzo stabilito dal progetto.
Le imprese potranno partecipare liberamente alle gare entro limiti rapportati all’attestazione SOA, per appalti di lavori, ed al fatturato medio degli ultimi esercizi per appalti di servizi e forniture. Dovranno sospendere temporaneamente la loro partecipazione alle gare d’appalto quando avranno raggiunto i limiti di acquisizione di commesse pubbliche.
Oggi, grazie alle tecnologie ed alle procedure già adottate dall’Autorità dei Lavori Pubblici, che impone alle stazioni appaltanti la comunicazione online dei risultati di gara, si può tenere sotto controllo il portafoglio lavori di tutte le imprese che partecipano a gare pubbliche.
Qualcuno obietterà che le imprese non sarebbero motivate a migliorare e che verrebbe meno la concorrenzialità, che l’Italia è obbligata ad adottare procedure conformi alle direttive europee.
Le imprese hanno tutto l’interesse a ricercare l’ottimizzazione dell’organizzazione aziendale e le tecnologie più avanzate per raggiungere i massimi risultati di bilancio. Che l’Italia con l’Europa deve ricercare tutte le soluzioni a problemi che, in misura sicuramente inferiore, sono presenti anche in altri paesi della comunità.
COSA NE PENSA ON. CASINI ?



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram