postato il 12 Ottobre 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 12 ottobre 2011

Colpo di scena ieri alla Camera: il Governo, infatti, è stato battuto – per un voto sull’approvazione del rendiconto generale delle spese dello Stato (meglio conosciuto come “bilancio”) e l’incidente di percorso apre nuove (quanto prevedibili o quanto no, ancora è presto per dirlo) prospettive; Casini, ospite ieri al Tg di La 7, ha ribadito che le dimissioni di Berlusconi si rendono necessarie, visto che la maggioranza si è liquefatta sotto le pressioni degli scontri intestini tra lealisti e frondisti scajolani e pisaniani: “Andreotti, Moro e Goria si sono dimessi, a loro tempo, per questioni molto più semplici e futili, Berlusconi ora deve andarsene” – su Repubblica e sul Messaggero, trovate proprio le sue parole, in linea con quelle degli altri leader dell’opposizione, mentre su La Stampa, a firma di La Mattina, trovate un retroscena proprio sulla giornata di ieri (un avvertimento o, come lo definisce più ecumenicamente Paradisi su Liberal, un invito ad andarsene). E mentre Caposti, intervistato dal Corriere, ricorda anche se la Costituzione non obbliga alle dimissioni, uno stop come ieri ha delle conseguenze politiche gravi, e Calitri su ItaliaOggi si lancia in un scenari fantapolitici su una confluenza dei dissidenti piediellini nelle liste dell’Udc, Dino Martirano ci spiega come e perché, anche stavolta, il Pdl dovrà riporre nel cassetto la legge (bavaglio) sulle intercettazioni. Spazio poi alle opinioni: se per il vicedirettore di Repubblica, Massimo Giannini, Berlusconi ha il “dovere delle dimissioni”, interessanti sono le letture che fanno i giornali di centrodestra del caso di ieri: tutti tendono a minimizzare, a ricordare che si tratta solo di un “incidente tecnico”; Sallusti sul Giornale se la prende con i “ventotto pasticcioni” che hanno fatto mancare la maggioranza alla Camera (fossero solo “pasticcioni”, vi rendete conto?); Ferrara sul Foglio è ancora più divertente (e ce ne dispiaciamo molto, sinceramente) ed esorta Berlusconi “a fare Berlusconi e non come un Giuseppe Pella” (“un” Pella, quanta acqua è passata sotto i ponti); Belpietro, su Libero, infine, sembra il più “lucido”, definendo il fatto di ieri come un “agguato” e disegna una exit strategy d’emergenza: resistenza di B sino a gennaio, crisi pilotata, Alfano a Palazzo Chigi. Uhm, dov’è che l’avremo già sentita questa?

Il governo sotto sul bilancio. Rischio paralisi alla Camera (Roberto Zuccolini, Corriere)

Bersani e Casini: dimissioni inevitabili (Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero)

Bersani e Casini: “Dimissioni d’obbligo” (Goffredo De Marchis, La Repubblica)

Scajola a Berlusconi: “Fai un passo indietro” (Amedeo La Mattina, La Stampa)

I frondisti del Pdl non arretrano (Sole24Ore)

L’invito di Claudio (Riccardo Paradisi, Liberal)

Capotosti: dimissioni? Nessuno obbligo ma il fatto resta grave (M. Antonietta Calabrò, Corriere)

Il pallino a Casini (Antonio Calitri, ItaliaOggi)

Intercettazioni, no leghista. Il Pdl rinvia la legge (Dino Martirano, Corriere)

Il dovere di dimettersi (Massimo Giannini, La Repubblica)

Ventotto pasticcioni (Alessandro Sallusti, Il Giornale)

Lo sgambetto (Maurizio Belpietro, Libero)

Berlusconi tradito da un solo voto (Giuliano Ferrara, Il Foglio)

Gli italiani chiedono riforme per la crescita (Lina Palmerini, Sole24Ore)



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