Rassegna stampa, 22 settembre 2011
Le cose vanno sempre peggio. Il giudizio senza appello delle agenzie di rating (atteso a lungo, ma non per questo indolore), in primis di quello di Standar&Poors ha colpito duramente il nostro sistema e la nostra credibilità economico-politico: il declassamento del nostro debito prima e ora di 7 delle nostre principali banche, rappresenta una bocciatura dura della politica economica del governo e in generale, però, anche del nostro sistema Paese. S&P, infatti, sostiene che l’Italia rischia di non superare la crisi a causa della propria incapacità di affrontare i problemi con la forza necessaria, liberandosi in primis dei vincoli e dai legacci del passato: all’estero appariamo come un Paese vittima di caste chiuse, di lobby tecnocratiche, di forze sindacali vetero-ottocentesche. Ora capite perché servono le famose riforme strutturali che andiamo predicando da tempo?Standard&Poor’s boccia sette banche italiane (Fabrizio Massaro, Corriere)
Onorevoli a 18 anni e senatori a 25. Dalla Camera arriva il primo sì bipartisan (Il Giornale)
La rete bianca che piace a Luchino (Giovanni Cocconi, Europa)
Abbiamo fede, stiamo tornando (Riccardo Paradisi, Liberal)
Rilancio, cambio in corsa o candidatura di Alfano. Le tre carte (coperte) (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
«Via il Cavaliere o ci scappa il morto» (Giovanni Grasso, Avvenire)
Bossi: Milanese? Noi non vogliamo far cadere il Governo (Iva Garibaldi, La Padania)
Franco – Un pericoloso isolamento (Massimo Franco, Corriere della Sera)
Così l’Italia spreca il tesoro di Internet (Riccardo Luna, La Repubblica)
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