Rassegna stampa, 6 agosto ’11
La Politica italiana sembra essersi svegliata da un lungo torpore e torna a ridiscutere di progetti, di programmi, di riforme: e lo fa partendo proprio dalle proposte che Pier Ferdinando Casini ha lanciato alla Camera qualche giorno fa. Il Corriere, infatti, con due articoli a firma di Martirano e Zuccolini, ci mostra come il nostro pungolo centrista abbia rimesso in moto l’attività all’interno dei due grandi partiti, Pd e Pdl: Berlusconi sembra aver accolto gli input che gli avevamo lanciato (a partire dalla Commissione per la Crescita) e in molti – da Cicchitto a Lupi, passando per Scajola e Fitto – cercano un asse d’intesa nei nostri confronti (in aperto contrasto, è bene notarlo, con il Ministro Tremonti, che invece è alquanto restio al dialogo); stesso discorso anche per i democratici: se da un lato Franceschini chiude (leggete la sua intervista al Riformista), dall’altro il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, ha assicurato collaborazione, spiegando che se “questi stessi provvedimenti il Premier li avesse annunciati alle Camere mercoledì, ora staremmo tutti meglio” (giustissimo). E Bersani? Per ora nicchia, ma Enrico Cisnetto – dalle colonne di Liberal – lo invita a seguire la via tracciata da Casini: serve senso dello Stato, non basta dire che siamo in pericolo; in generale, però, le opinioni della sinistra sono più sulla linea “Franceschini”: per Tito Boeri, su Repubblica, e Massimo d’Antoni, su l’Unità, si tratta infatti solo di “specchietti per le allodole” (a parte l’anticipo della manovra, nessuna vera decisione) e di “parole senza strategia” (la politica degli annunci ha fallito, non si può più galleggiare); ancora più dura la sinistra “estrema”: Valentino Parlato, sul Manifesto, e Nicola Melloni, su Liberazione, demoliscono senza appello le mosse del Governo: Silvio Berlusconi ha perso “la rotta” e rappresenta ormai un’ostacolo sulla via della ripresa (che forse non arriverà mai, con la crescita del Paese arenatasi all’0,3% e il debito pubblico più alto d’Europa). Secondo Sergio Romano, invece, i primi passi compiuti ieri sono già qualcosa, anche se non bastano, e Mario Deaglio, su La Stampa, chiede infatti più coraggio: bisogna riconoscere la subalternità degli Stati sovrani indebitati nei confronti del mondo della grande finanza e se vogliamo cambiare, quindi, bisogna ripensare profondamente il rapporto tra la Politica e l’Economia (in una prospettiva, magari, finalmente sovranazionale ed europa: leggete Cingolani sul Foglio).Sì dai centristi. E nel Pd c’è chi apre (Dino Martirano, Corriere)
Sulla crisi il Pdl cerca l’asse con Casini (Roberto Zuccolini, Corriere)
Se Bersani seguisse Casini (Enrico Cisnetto, Liberal)
L’inedito asse Prodi-Casini (Rudy Francesco Calvo, Europa)
Alla prova dei fatti (Carlo Fusi, Il Messaggero)
Come salvare l’Europa (Stefano Cingolani, Il Foglio)
Il dilemma di Silvio. Anticipare anche la data delle elezioni (Ugo Magri, La Stampa)
Franceschini: “Nessun armistizio con Berlusconi” (Tommaso Labate, Il Riformista)
E Berlusconi chiama i leader europei (Andrea Garibaldi, Corriere)
Crisi: il gelo di Confindustria e Abi (Silvio Buzzanca, La Repubblica)
Riapre il Parlamento. Il Pd: premier irresponsabile (Ettore Colombo, Il Messaggero)
Borsa vuota, Camere aperte (Il Foglio)
Scatta l’operazione miracolo (Gianluca Roselli, Libero)
Rossi: manovra blindata grazie al vincolo della Carta (Monica Guerzoni, Corriere)
Un bis senza risposte (Valentino Parlato, Il Manifesto)
Specchietti per allodole (Tito Boeri, La Repubblica)
Senza rotta (Nicola Melloni, Liberazione)
Più coraggio per cambiare davvero (Mario Deaglio, La Stampa)
Parole senza strategia (Massimo D’Antoni, l’Unità)
L’immobilità di governo e opposizioni (Piero Ostellino, Corriere)
Il muro di gomma (Emanuele Macaluso, Il Riformista)
Il Governo diverso che serve all’Italia (Giovanni Valentini, La Repubblica)
Bene ma non basta (Sergio Romano, Corriere)