Ricominciamo da infrastrutture e piccole e medie imprese
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
Dopo 10 anni in cui il settore delle infrastrutture è stato sistematicamente mortificato, si torna ad investire con decisione su questo importante volano di crescita.
E’ una decisione importante perchè investire sulle infrastrutture porta benefici nel breve periodo e nel lungo periodo: nel breve periodo, porta lavoro ha ricadute positive in un vastissimo indotto; nel lungo periodo, infrastrutture eccellenti, permettono alle aziende di risparmiare sui costi, le merci viaggiano più speditamente, i cittadini usufruiscono di servizi migliori.
Con il Governo Berlusconi, o meglio con l’intervento di Tremonti, nel triennio 2009-2011 sono state ridotte del 34% le risorse per le nuove infrastrutture (il livello più basso degli ultimi 20 anni) trasformando l’Italia nel Paese dei cantieri fermi.
Ora invece, il capitolo infrastrutture torna prepotentemente alla ribalta grazie a 5,2 miliardi di euro che Monti e il CIPE destineranno a cantieri e progetti fermi da troppo tempo: il MOSE a Venezia, l’alta velocità, la statale ionica, il porto di Taranto e la metropolitana di Napoli.
Considerando che la maggior quantità di merci viaggia per mare, la notizia dei fondi per il porto di Taranto, non può che fare piacere, perché è segno di un investimento realizzato non per accontentare oscuri appetiti politici e locali, ma per un preciso ragionamento economico: favorire il commercio e quindi la crescita economica.
Altro punto fondamentale dell’agenda economica sono le Piccole e Medie Imprese (PMI) che sono la base del tessuto imprenditoriale italiano: tramite il rifinanziamento per 20 miliardi del Fondo di Garanzia per le PMI, queste ultime avranno un importante iniezione di liquidità che servirà a contrastare la contrazione e le difficoltà dei prestiti bancari, motivati da una situazione di grande illiquidità e tensione nel mercato interbancario che ricorda la situazione venutasi a creare dopo il fallimento delle banche americane.
Infine il terzo punto a cui guardare con favore è la totale deducibilità dall’IRAP della componente lavoro, che permette di premiare le aziende che assumono e stimolare la lotta alla disoccupazione, si stratta de “il meccanismo Ace”, ovvero la riduzione delle imposte sugli utili “connessi al rendimento del nuovo capitale immesso nell’impresa” e permette di aumentare la capitalizzazione del sistema produttivo rinforzandolo e dando nuovo stimolo alla crescita economica.
Questi punti, se realizzati correttamente, possono dare un grosso stimolo all’economia italiana che potrebbe finalmente tornare a crescere con ritmi pari a quelli dei paesi europei più avanzati.
Egr.sig. Pezzati, leggendola le domande vengono sempre spontanee.
Non posso che ringraziare lei e il sito che ci ospita.
Provi a dare risposte semplici ai quesiti che le pongo. Magari tutti insieme capiremo qualcosa di più di quello che ci accade intorno e soprattutto eviteremo di fare brutti errori e brutte gigure, che sono sempre in agguato al giorno d’oggi.
DOMANDE :
1. Nel bilancio dello stato di cui conosciamo le condizioni fallimentari con le sue tragiche conseguenze, spiega per favore ai lettori, dove stavano fino a una settimana fa i 5,2 miliardi cui le fa riferimento ? Alle voci Attivo o alla Voce Passivo. (comprende che non è cosa da poco, saperlo !!!)
2. Circa la maggior quantità di merci che viaggiarebbe per mare a suo dire, e al potenziamento di un porto quello di Taranto, può fornire numeri (tonnellate/miglio ad esempio) in particolare sul traffico dell’adriatico – Jonio dove Taranto pare stia dai tempi dei Romani ?
3. I 20 miliardi del fondo di garanzia, può per cortesia dire dove stavano fino a settimana scorsa, come i 5,2 di cui sopra ? Conto Attivo o Conto Passivo ?
4. Perchè dovremmo rallegrarci di una supposta deducibilità dell’IRAP ? Anzichè introdurre tasse come è stato con l’IRAP dal lontano 1.1.1998, e dopo 13 anni renderla deducibile, non è più saggio e meno criminale, non introdurre tasse o introdurle nella proporzione, di non doverle rendere deducibili dopo anni e anni ?
5. Si è chiesto Lei, almeno una volta nella vita, cosa producono gli incentivi di cui parla, dati ai cantieri e alle PMI e non solo ? provi a dare qui una risposta semplice, in termini industriali e di mercato. Gli esempi di un’Italia industriale assistita li abbiamo sotto gli occhi tutti.
Da ultimo le segnalo una cosa che le deve essere SFUGGITA. Ci da una spiegazione su cosa c’entre nel decreto di Monti, questo:
“Il ministero dell’Economia fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dal 1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”
grazie, sig. Pezzati – Aspettare risposte è sempre segno di desiderio di avvicinarsi alla verità. Dare le risposte, stessa cosa.
Cordialità a lei e a chi ci legge.
A.T.
SEMPER HUMANITS, ANTE OMNIA.
Ma la marcegaglia è stata chiara o no ? mica vi sarà sfuggito qualche cosa spero !!!
sul punto “Il ministero dell’Economia fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dal 1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite” risponderò in seguito con apposito articolo, vistoche si inserisce in una iniziativa più ampia (a livello europeo).
detto ciò: le domande sull’ambito statale le riassumo in una risposta. Sappiamo entrambi (e credo lo sanno tutti) da dove lo stato piglia i soldi: o da tasse o dai titoli di stato (lo so, ci sono anche altri proventi come i dividendi pagati da aziende come Eni ed Enel, ma direi che possiamo considerarli una voce molto più piccola rispetto alle due di cui sopra).
I soldi di cui sopra, sono una uscita di cassa??? senza dubbio (si, lo so, non si tratta di uscita di cassa, visto che sarà protratta enl tempo, ma serve ad esemplificare al massimo il concetto), ma se questi soldi sono impiegati in investimenti produttivi generano un ritorno (le iniziative imprenditoriali che decollano, se hanno successo poi pagano le tasse…).
sulla deducibilità irap: quando l’irap è stata introdotta, 13 anni fa come lei dice, sarà stata ritenuta opportuna all’epoca.
Non posso certo risponderle su cose di 13 anni fa.
Si, mi sono chiesto cosa producono gli incentivi: in alcuni casi sono serviti anche a fini clientelari. Ma in altri sono serviti a sostegno ad attività produttive che poi si sono rivelate vincenti e capaci di sostenersi da sole. Direi che il punto è evitare il clientelismo e favorire gli aiuti produttivi alle vere aziende che investono.
taranto e il suo porto.
Nel 2006, i principali porti italiani sono stati in grado di movimentare merci per un volume di oltre 520 milioni di tonnellate, il 16,5% in più rispetto al 2000 (450 milioni di tonnellate). Il trend di crescita del traffico marittimo è stato pressoché costante negli anni, con un’unica inversione di tendenza tra il 2000 e il 2001, quando il volume di merci trasportate si è ridotto da 446,6 a 444,8 milioni di tonnellate (-0,4%).
La tipologia di carico merci più diffusa è la rinfusa liquida, seguita dalla rinfusa solida, dai contenitori e dagli automezzi e mezzi trainati, o Ro-Ro, cresciuti rispettivamente del 13,1%, del 50,3%, del 43,7% tra il 2000 e il 2006.
I prodotti petroliferi rappresentano la prima merce per volumi di traffico marittimo, costantemente al di sopra dei 200 milioni di tonnellate l’anno e in crescita del 5,2% tra il 2000 e il 2006 (da 215 a 226 milioni di tonnellate). La differenza rispetto a tutte le altre tipologie merceologiche, è piuttosto marcata, con volumi di traffico marittimo compresi tra 66,8 milioni di tonnellate di macchine, veicoli e transazioni speciali (+26,3% rispetto al 2000), 45,8 milioni di tonnellate di prodotti metallurgici (+42% rispetto al 2000), 29,3 milioni di tonnellate di combustibili e minerali solidi (+22% rispetto al 2000) e 23,8 milioni di tonnellate di prodotti chimici (+16% rispetto al 2000).
I porti di Genova e Taranto rappresentano i due più importanti hub a livello nazionale, in grado di movimentare ogni anno oltre il 20% del volume complessivo di merci destinate al trasporto via mare.
Tra il 2002 e il 2006, il traffico merci del porto di Taranto è cresciuto di oltre 14,7 milioni di tonnellate (da 34.672.700 a 47.221.400), registrando un incremento complessivo del 42,5% in cinque anni e del 9,4% su base annua.
Il numero di navi approdate nel porto di Taranto è passato da 2.301 nel 2002, a 2.623 nel 2006 (+13,9%), aumentando di 9,3 milioni di tonnellate il volume di merci sbarcate ogni anno (da 21.641.900 a 29.324.200, +42,9%).
Nello stesso periodo, le navi in partenza hanno raggiunto 2.608 unità, con una crescita del 13,2% rispetto al 2002 (2.303 navi) e il volume di merci imbarcate ha superato 16 milioni di tonnellate già a partire dal 2004, raggiungendo 18,4 milioni di tonnellate nel 2006 (+41,9% rispetto al 2002).
Il volume delle merci sbarcate si è quindi mantenuto costantemente al di sopra di quello di merci imbarcate, con una differenza che è cresciuta nel corso degli anni (passando da 8,6 milioni di tonnellate nel 2002, a 12,4 milioni di tonnellate nel 2006).
Contrariamente al quadro nazionale, nel quale la rinfusa liquida primeggia rispetto alle altre tipologie di carico (concentrando il 47% circa del traffico marittimo di merci), nel porto di Taranto la tipologia di carico più diffusa è la rinfusa solida, seguita dalla rinfusa liquida e dal container. Tra il 2002 e il 2006, le rinfuse liquide imbarcate o sbarcate nel porto di Taranto sono aumentate del 45,1% (da 5.180.000 a 7.513.400 tonnellate), contro il 39,3% delle rinfuse solide (da 17.414.800 a 24.256.800 tonnellate) e il 22,1% delle merci containerizzate (da 6.972.000 a 11.427.300 tonnellate). Lla crescita disomogenea delle diverse tipologie di carico, ha determinato una flessione dell’1,2% del contributo delle rinfuse solide al volume di merci movimentate ogni anno, accompagnato da una sostanziale tenuta del contributo delle rinfuse liquide e da una riduzione del 2,1%, di quella dei container.
direi che sul porto di taranto può bastare…se vuole possiamo passare al traffico mondiale via mare, ma anche qui i numeri sono a favore delel “autostrade del mare”: la maggior parte del commercio con il far east avviene via mare.
dimenticavo sul porto di taranto:
Nel 2007, nonostante una flessione del 4,4% del volume di merci movimentate, il porto di Taranto si è confermato al secondo posto della graduatoria italiana, con un traffico merci di 47,2 milioni di tonnellate, costituite prevalentemente da rinfuse solide e altre merci (rispettivamente 46,6% e 25,8% del totale) e, per la restante parte, da rinfuse liquide e merci in container (rispettivamente 17,6% e residuo 10,1% da merci in container).
Nel 2008 fattori quali la crisi economica su scala mondiale e l’elevata oscillazione del prezzo del petrolio hanno determinato un’ulteriore flessione del volume di merci movimentate da 47,2 a 43,2 milioni di tonnellate (-8,4%). Tale ridimensionamento dell’attività è attribuibile in massima parte alla minore movimentazione di rinfuse liquide e altre merci (rispettivamente -23,7% e -16,8%). Al contrario, il terminal container situato sul Molo Polisettoriale non ha risentito della crisi economica internazionale e, in aerea operativa di circa 930.000 mq con una capacità ricettiva di oltre 35.000 TEU e un ulteriore capacità di stoccaggio di container vuoti di 45.000 TEU, è stato in grado di movimentare oltre 5 milioni di tonnellate di merci (+5,9% rispetto al 2007).
infine semi è concesso di fare una pubblicità (non) occulta: se avete 10 euro da spendere, vi consiglio l’acquisto di “Lavori in corso. Perchè in Italia si inizia ma non si finisce mai niente”, edito da Newton Compton e scritto da Mimmo Torrisi e Gianluca Schinaia… un libro che parla delel tante incompiute in italia e si scopre che spesso sono prorpio le aministrazioni locali a volere certe opere (spesso inutili) e a volerne evitare di altre 8spesso utili).
Grazie, per le risposte. Comprerò il libro che lei cita.
Le chiederei di riferirmi se può la fonte dei dati relativi al porto di Taranto.
Mi consentirà di porle alcune osservazioni e questioni che rimangono aperte, sebbene i numeri che lei riporta sono ampi ed esaustivi, tanto da non fugare alcun dubbio in chi ritiene come me, che questa manovra è il colpo di grazia inferto all’Italia lasciata in pasto di BCE, e banche d’affari azioniste di FED e FMI. I cui ambienti Monti frequenta e conosce.
I principi più elementari di economia, indicano che gli incentivi, o l’azione di un attore estraneo al mercato (lo STATO non è il consumatore o il cliente) compresi quelli al porto di Taranto, impediscono o ostacolano la giusta allocazione delle risorse del mercato del traffico di merci via mare. Quindi può accadere, ed è già accaduto (veda porto di Gioia Tauro), che aver incentivato settori in crescita, otterrà l’effetto di rallentare o invertire la crescita. Questo perchè un mercato libero, che concilia al meglio le risorse dell’offerta e il livello della domanda, è drogato da qualsiasi incentivo, perchè indice errori sia in chi fornisce investendo, sia in chi compra indebitandosi. Se il settore è in crescita, non trova singolare che si investono soldi giusto dove il mercato da solo farebbe già il suo mestiere ? Non le viene il dubbio che viene a me, che proprio perchè il porto di Taranto è in crescita, il rishio di favoritismi politici e clientelari di cui l’Italia vanta tristi primati, è elevatissimo ?
Per l’IRAP non volevo chiederle conto di cose di 13 anni fa, ma di come lei possa giudicare positivo, e non assolutamente deprecabile, la deducibiltà di una tassa.
Mi lasci dire, da uomo di industria, che degli incentivi alle PMI di cui lei indica benefici e da cui lei fa discendere sviluppo e crescita, sono più di 25 che ne osservo i risultati industriali ed economici. Una tragedia economica e una rapina perpetrata alle spalle di quelle persone (imprenditori e dipendenti) che lavorano in quelle imprese.
Come mai Monti anzichè rastrellare 20 miliardi nella tasche di tutti, non lascia in tasca a quelle PMI interessate, che egli vanta di voler ASSISTERE, giusto 20 miliardi di tasse che ad esse sottrae ?
Rimango amareggiato, non tanto nel constatare di come il gotha dell’economia economia-finanziaria di questo nostro paese, mentre sproloquia di mercato libero e capitalismo, rappresenta il più più becero esempio mondiale, di statalismo velenoso e mortale di sovietica memoria, quanto del fatto che ci siano persone, che come lei credo e tante alte, pur non facendo parte di questo gotha, lo sostengono o quanto meno non ne smascherano i misfatti e delitti.
A.T.
Il governo prevede un taglio di cinque miliardi nei confronti delle regioni e degli enti locali. I tagli graverebbero, pare, per 1 miliardo e 400 milioni sui Comuni e per 500 milioni sulle province. Per quanto riguarda i Comuni, i minori tagli sarebbero commisurati all’imponibile Imu (Imposta municipale unica). Le province invece dovranno decidere autonomamente su come suddividere il taglio da 500 milioni. Chissà che, a questo punto, non si evitino tante opere incompiute…
egr.Pezzati, ha perso la parola sugli incentivi a PMI e per infrastrutture ?
o sta cercando altri fonti per Gioia Tauro ?
sig. trunfio, a parte che avrei anche una vita e un lavoro al di fuori di internet e di questo blog, a parte che se rispondo è per cortesia (internet esiste per tutti, e tutti possono anche fare delle ricerche se vogliono approfondire certi temi, come il traffico merci del porto di taranto), forse non è chiaro che, una volta che si scrivono le risposte, queste, per essere pubblicate, devono essere pubblicate dalla redazione DI CUI NON FACCIO PARTE.
in merito alle domande che lei mi ha posto, ho già risposto in apposito commento che verrà pubblicato secondo i tempi stabiliti dalla redazione.
Se vuole risposte celeri, credo che dovrà usare altri sturmenti: forum, email, o cercare direttamente su google.
cordialmente suo…
esimio sig. Pezzati, a parte che tutti hanno una vita (per quanto ancora ?) e un lavoro (per quanto ancora ?) – la ringrazio senza ironia alcuna, delle risposte e apprezzo la sua cortesia e il suo ritrovato garbo, dopo che all’inizio mi aveva pure invitato a ritirarmi su un’isola deserta, per le cose che scrivevo a una lettrice di nome luisella e che lei ha giudicato subito anarchiche, ricorda ? !! . Però se la redazione le fa pubblicare certe cose sul porto di Taranto, e sulle PMI (20 miliardi) e sulle infrastrutture (5,2 miliardi) e la deducibilità dell’IRAP della finanziaria, le chiedo :
è lei che fa repliche a domande precise come le mie ?
oppure è la redazione ?
Scrivo questo, perchè sono troppi anni che in silenzio io e chissà quanti altri come me, abbiamo lasciato correre imprecisioni, errori, dilettantismi acrobatici, chiacchiere da bar, illusionismi e prestidigitazioni, (come dice il comico Raoul Cremona !) proclami, stupidaggini colossali credendo che fossero a costo zero. Invece, ahimè sono al costo di quello che oggi vediamo : un mostruoso debito pubblico, che gli stessi protagonisti delle suddette chiacchiere, ancora in sella ai posti di comando, adesso vogliono far pagare a me, a milioni di altri italiani, e pure a lei credo. ADESSO BASTA.
Lei ha scritto un articolo su alcuni aspetti della finanziaria. Allora, o si scrivono cose che sono inoppugnabili e con un senso economico ed industriale, o è meglio scrivere CI SIAMO SBAGLIATI alla fine, oppure alll’inizio avvertire i lettori con il sottotitolo “SCRIVIAMO a SUPPORTO DI MONTI & C.”.
Parto sempre dal presupposto che Lei non si è sbagliato, ma non posso escludere che l’errore e certe licenze diciamo “poetiche”, stiano in agguato anche su questo sito e sulle tastiere di molti. E siccome non è più tempo di scherzare, o Lei, o la spettabile Redazione, o il capo in pectore del sito, tra una dichiarazione al Tg2 e un proclama al TG1, è pregato di rispondere a domande precise con numeri, scienza. Zero chiacchiere con gli italiani anarchici come mi ha definì lei quando ci siamo incrociati, e altri su questo sito o altri ancora, dove transito leggendo e ponendo domande. Le risposte mi sono dovute per il maledettismo fatto che con le mie tasse, pago senza volerlo o averlo mai richiesto, Casini e tutta la confraternità che decide di me e di milioni di altri come me che non votano e si considerano della stessa dignità di quelli che votano. Vi avrei risparmiato le domande, e non sarei in attesa di risposte, se solo quelli che non votano come me, perchè non desiderano farsi rappresentare da nessuno, fossero lasciati liberi in questa Italia e non su un’isola deserta, di vivere in pace, pagarsi tutto di tasca propria e trovare anche il tempo e i denari per aiutare gli altri che hanno bisogno, senza disturbare il vostro dio STATO.
Riporto le domande che ho posto a Lei
1. DOVE ERANO FINO A UNA SETTIMANA FA I 5,2 MILIARDI CHE MONTI ADESSO DESTINEREBBE ALLE INFRASTRUTTURE RIMASTE INCOMPIUTE O BLOCCATE da QUELL’ INCREDIBILE MOSTRO DEL MALE CHE CHIAMATE BERLUSCONI ?
2. SE ERANO NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI, E ADESSO LE RASTRELLATE, NON CREDETE CHE QUESTO SOMIGLIA PIU’ AL GIOCO DELLE TRE CARTE CHE NON A una VERA E PROPRIA UNA EXIT-STRATEGY DALLA CRISI ?
3. COME MAI CHE SI DESTINANO FINANZIAMENTI AL PORTO DI TARANTO, CHE DAI DATI DA LEI FORNITI SU MIA RICHIESTA, VA GIA’ BENE DI SUO DA QUALCHE ANNO ? E GIOIA TAURO LANGUE IRREVERSIBILMENTE ?
3. DOVE ERANO FINO A UNA SETTIMANA FA I 20 MILIARDI CHE IL MAGO MONTI, DICE DI DESTINARE ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE ?
4. SE ERANO NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI, MOLTI DEI QUALI VIVONO DI, E NELLE, P.M.I. NON SAREBBE STATO PIU’ SEMPLICE LASCIARLI NELLE TASCHE LORO E DEGLI IMPRENDITORI, ANZICHE’ PRIMA PRENDERLE A TUTTI A POI DESTINARLE SECONDO LE IDEE DI MONTI E SOCI, CHE IL MERCATO LIBERO LO HA VISTO solo SUI LIBRI ?
5. SI VANTA NEL suo ARTICOLO UNA DEDUCIBILITA’ DI UNA TASSA ASSURDA COME L’IRAP INTRODOTTO NEL 1998. OGGI SI RENDONO DEDUCIBILI PURE LE TASSE. QUALCUNO MI SPIEGA PERCHè NON è MEGLIO EVITARE DI INTRODURRE TASSE EVITANDO IL RIDICOLO DI RENDERLE POI ANCHE DEDUCIBILI ?
AGGIUNGO UNA SESTA DOMANDA PER NON FARVI MANCARE NIENTE :
6. La manovra del vostro beniamino MONTI, che obiettivi si pone ed entro quanto tempo controlleremo i risultati ? (obiettivo = nome di indicatore economico con un numero e una unità di misura del sistema internazionale; tempo = numero di settimane o mesi)
Attendo risposta.
Grazie
A.T.
se la redazione vuole risponderle, troverà scritto “la redazione”, come ho visto in alcuni casi. Per quanto mi riguarda, i miei articoli sono solo miei, nel bene e nel male… se sono pubblicati vuol dire che la redazione (cui li invio via mail) li ha trovati rispondenti alla netiquette ovvero che siano: 1) privi di insulti; 2) non violino leggi attualmente in vigore; 3) contengano dei dati certi.
Nel caso del terzo punto, io nei miei articoli metto sempre i link alle fonti da cui prendo i miei dati, in modo che ognuno possa verificarli atunomamente o verificare le mie fonti (una piccola abitudine che ho appreso nel corso dei miei studi e mi torna utile nel mio lavoro). Se scrivo di mie ipotesi, allora lo specifico sempre (scrivere “a mio avviso” o “reputo” o cose similari, indica che scrivo a titolo personale di mie ipotesi), proprio perchè non vi è alcun rapporto tra me e la redazione o chi gestisce o possiede questo blog.
Nel caso delle risposte alle sue domande, francamente mi riservo la libertà di volta in volta di scegliere se risponderle o meno. SI lo so, non è molto bello, ma visto che nessuno mi obbliga, decido autonomamente.
E ora passo a rispondere ad altre osservazioni. Prima di tutto mi scuso, ma scrivo di getto, e spesso assumeranno forma di pensieri sparsi… mi scuso se questo causerà fastidio a chi legge.
lei trova singolare investire in un mercato in forte crescita? mha, io troverei singolar einvestire in un mercato in perdita. almeno se lo stati investe in un mercato in forte crescita, gli investimenti sarebbero produttivi e creano sviluppo, altrimenti se si va ad investire in settori in perdita, non si va a creare il clientelismo che tutti noi giustamente esecriamo?
Lei dice che il mercato provvede… ne è sicuro? Non sempre è vero, ma in ogni caso creare una infrastruttura agevola il mercato: se lo stato crea una strada o una ferrovia, di quella infrastruttura ne beneficiano le aziende per spostare le loro merci. POI starà alle aziende essere profittevoli, ma se non c’è la strada, le merci prodotte, come fanno a raggiungere i consumatori?
Lei dirà che interviene il privato. IN alcuni casi si, ma in altri no: può capitare che il privato preferisca fare altri investimenti che hanno una redditività maggiore e in questo caso, le aziende di cui sopra restano senza la strada.
Sul clientelismo: ovvio che sono contro il clientelismo, ma questo sicombatte andando a combattere le eprsone che lo praticano, non le istituzioni. Sarebbe come condannare la Chiesa Romana per le azioni di pochissimi. NOn scoridamoci i pregi e le azioni meritorie della chiesa e non giustifichiamo gli errori di pochi. Ho voluto fare l’esempio della chiesa per fare un esempio il più elevato e universale possibile. Mi scuso se qualcuo si sente offeso per questi accostamenti.
Torniamo a noi: in passato ho condananto più volte certi atteggiamenti sbagliati. La privatizzazione (e la storia) della tirrenia o il regalo delel frequenze televisive fatte dal governo berlusca. Sono da condannare, certo, ma non per questo penso che lo Stato in quanto organizzazione sia da rottamare. Senza lo Stato, per me vi è solo confusione e decadenza. Ovvio non si può neanche esagerare con lo Stato (o entriamo in un regime che è cosa esecrabile al pari dell’assenza delle regole).
Tenga presente che il privato guarda alle proprie tasche, mentre lo stato deve guardare a tutta la popolazione.
Non confondiamo libero mercato con egoismo individuale o con un mercato senza regole. Credo che le regole siano necessarie per la convivenza civile e per il buon funzionamento dell’economia.
lei si chiede perchè monti non lascia direttamente i 20 miliardi nelle tasche delle pmi.
Potrei risponderle che se una pmi si trova tanto male, può trasferirsi e delocalizzare all’estero (da uomo di industria quale lei è, senza dubbio ha tantissimi esempi, ma nel caso, qui su questo blog trovera alcuni miei articoli al riguardo), ma sarebbe solo una rispsota parziale.
Il punto, secondo me, è spingere quei 20 miliardi in una direzione produttiva. Per me se questi 20 miliardi se li intascano delle persone (sottoforma di bonus, dividendi e quant’altro) senza che poi vengano messi in circolo come investimenti; ebbene per me è criticabilissimo.
Io sono a favore degli investimenti produttivi, sono a favore di una equa e giusta remunerazione dell’investimento, e sono a favore dell’investimento che produce sviluppo. Dire ad una azienda “ti diminuiamo le tasse se investi nello sviluppo” mi sembra che sia una ottima soluzione. Lo sviluppo si crea se si invseste, non se si tiene il denaro immobilizzato (come faceva lo zio papaerone, non so se ha mai avuto il paicere di leggere Walt disney). Meglio un euro in meno come dividendo, ma investito nella’zienda, che non un eruo in più di dividendo oggi, e niente investimento. Perchè nel lungo epriodo questa strategia condanna alla chiusura le aziende.
Lei di sicuro lo sa meglio di me: senza investimenti, senza crescita, alla fine, qualsiasi azienda, anche la più sana, va incontro alla fine (potremmo dire che è una forma di dawinismo applicato alla economia, se non fosse u parallelismo troppo semplicistico per i miei gusti).
ultimo tentativo… non capisco perchè, ma il sistema non motra il mex con i link su taranto:
http://eurispes.it/index.php?option=com_content&view=article&id=364:potenzialita-e-sviluppo-del-porto-di-taranto-nel-contesto-europeo-del-trasporto-merci&catid=64:territorio&Itemid=331
da cui ho tratto quasi tutti i dati che sono a loro volta confermati da queste altre fonti (metto anche link agli sviluppi logistici del porto di taranto).
http://www.port.taranto.it/res_it/logistica.php
http://www.ilnautilus.it/authority/2011-08-25/porto-di-taranto-piastra-logistica-tra-cinque-anni_3506/
forse ho capito…. il sistema cancella i messaggi con troppi link…
eccone altri sempre su taranto..
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/04/08/traffico-merci-nei-porti-taranto-il-terzo.ba_064traffico.html
e dati receti sul movimento merci del porto di taranto: http://www.corrieredelgiorno.com/2011/05/05/porto-traffico-merci-aumentato-del-286/
http://noi-italia2010.istat.it/index.php?id=7&user_100ind_pi1%5Bid_pagina%5D=88&cHash=b52e899629
ci siamo quasi….ultima tornata di link su taranto e il porto…
per il futuro, metterò solo un link, altre ricerche, gent.mo sig. trunfio dovrà farsele lei :D:D:D:D (la prego, troppo sbattimento dividere un messaggio in tanti piccoli messaggini)
http://www.trail.liguria.it/SSI/trafficotaranto.htm
http://www.jotv.tv/?p=10161
http://bari.repubblica.it/dettaglio-news/20:56/3983340
dato complessivo dei primi 9 mesi per il porto di taranto: http://www.informare.it/news/gennews/2011/20111747-porto-Taranto-traffico-3Q-2011.asp
mi scuso con il sig. trunfio, ma il sistema non fa vedere i messaggi con i link al porto di taranto e al suo traffico merci…
però le posso dire che nei primi 9 mesi il porto ha fatto segnare un +22% nel traffico merci e dovrebbe essere il terzo o il secondo in italia per volume merci
Grazie Pezzati, le cose che scrive almeno dimostrano che lei si sforza di chiarire le cose che pensa, anche se questo non vuol dire rispondere a dei quesiti.
Le sono grato della pazienza che mi usa. Anche io a fatica, è vero, provo a usarne verso di lei, mi creda. Tuttavia sia su Laffer (citazione del nobel compresa), sia su Taranto, sia sul resto le sue risposte rimangono ai miei occhi, solo opinioni (le opinioni pur citando Reagan, i teoremi dell’analisi matematica, e gli studiosi di fisco, e Pascal Salin rimangono tali), che non disprezzo e rispetto, ma che non meritano un centesimo di euro del mio lavoro e quindi delle mie tasse e dei miei risparmi. Comprende da dove nasce la mia supposta anarchia individualista ? Non intendo affatto che lei rinunci a citare i premi Nobel o a dilagare con dati sul traffico marittimo. La rispetto, rispetto le sue opinioni, e le lascio in dote l’economia e l’interventismo statale che lei adora così tanto. Solo che le lascerei in dote anche il conto di tutti questi suoi piaceri. Comprende che è fin troppo facile, dire si fa così, si fa colà, il premio nobel di su, e Weirstrass di giù, con i soldi degli altri !!!
Cominci lei e tutti quelli con i suoi nobili ideali e grandi opinioni sull’economia e il resto del sapere umano, ad accettare l’idea che dovete finanziare da soli le vostre opinioni e le vostre scelte. Tutto qui, o le pare troppo ? E non mi inviti a ritirarmi su un’isola deserta.
Quanto al citato premio nobel dell’economia, sia io e che lei, se vogliamo davvero cercare la verità insieme a tanti altri uomini di buona volontà, non dovremmo avere riverenza per alcuno, Casini compreso e sito di Casini che ci ospita compreso. e ricordi che anche i premi Nobel le possono sparare grosse.
Rilegga le mie domande, soprattuto la n° 6 che le riassume tutte e di più, e si accorgerà che ha solo provato a rispondere, ma non le è riuscito. Almeno con me.
Cordialmente, A.T.
(si legga Pascal Salin, Tirannia Fiscale)
gent.mo trunfio, comprendo quel che dice, ma non sono propriamente d’accordo…giustamente lei dice: a me, sig. trunfio, che vivo a Milano (corretto???) cosa interessa del porto di taranto???
Ma altrettanto giustamente si può rispondere che, una attività economica valida, che porta ricchezza, anche se realizzata lontana da noi ci conviene. Se le aziende di taranto si avvantaggiano con il porto di taranto, diventano più ricche e possono investire e crescere ancora. Questo ne beneficia tutta la comunità (di cui anche lei fa parte) sia come Stato, ma anche e soprattutto a livello individuale: una azienda sana, robusta che prospera, crea lavoro, e questo si propaga (l’effetto farfalla) fino alle propagini più estreme.
sul suo suggerimento: per natale comprerà salin e lo leggerò. confesso, però che ho avuto modo di conoscere la scuola austriaca (che lei altrove ha citato, se non erro) in generale e nel particolare negli scritti di von Hayek… anche se quest’ultimo ho avuto modo di leggerlo parecchi anni fa (circa 14) e meriterebbe una lettura. Diciamo che la scuola austriaca non mi ha mai convinto del tutto…forse sono keynesiano a livello genetico :D:D:D:D
buon week end.
Egr.sig. Pezzati, lei mi suscita domande a non finire !! Non la finiamo più. Io a porle domande sempre più precise e semplificate, e lei a provare a rispondere senza riuscirci aumentando il numero di citazioni e parole usate per rispondermi. Non voglio dire con questo che lei sia stupidi o ignorante. Tutt’altro Pezzati. Lei da prova di amare lo studio e l’approfondimento quanto me.
Semplicemente, quando non si risponde ci sono due possibilità :
1. Non aver capito la domanda
2. Avere risposte già confezionate, e proporle nella speranza che le domande adattandovisi, ne risultino soddisfatte.
La possibilità 3, cioè “non sapere rispondere” la escludo almeno per lei, per l’encomio solenne che le ho rivolto poco sopra.
Quindi rimango con questo terribile dubbio circa la possibilità 1 o la possibilità 2. Per la 1, posso sempre semplificare ancora le domande, per facilitarle la risposta. Ma lei semplifichi anche le risposte. Oggi l’ho fatto con Casini chiedendogli “banalmente” di compilare una tabella con una decina di numeri sulla manovra Monti. Ma si sa, la verità è sempre cosi semplice che è meglio rilasciare un intervista al corriere, o al TG, anzichè mostrare due tavolette di pietra, discese dal monte Sinai.
Quanto alla possibilità 2, non so come fare. Ma so cosa chiederle a gran voce.
Che ne dice se facciamo qui, un fittizio patto ideale tra lei cosi democratico e tollerante e la maggior parte di quelli che ci leggono che sposano le sue teorie (la Giunchi, la Luisella, il Bartolomeo, e altri ancora che mi stanno simpaticissimi !!), e il sottoscritto che appartiene a una ristretta cerchia di imbecilli, stupidi, rozzi, impenitenti, incorreggibili, egoisti, individualisti, asociali, vagamente anarchici, ecc… ?
RINUCIATE ALLA MIE TASSE CHE FINANZIANO LE VOSTRE DECISIONI E IL VOSTRO CREDO STATALISTA E INTERVENTISTA. INVESTITE IN QUELLO CHE VI PARE, QUANTO VI PARE E DOVE MEGLIO VI AGGRADA.
IO MI IMPEGNO PER PARTE MIA, A RINUCIARE AI VOSTRI MIRABOLANTI SERVIGI, AI VOSTRI MIRABOLANTI CONTRIBUTI DA 20 MILIARDI ALLE PMI E AI 5,2 PER LE VOSTRE INFRASTRUTTURE, E MI IMPEGNO IN CASO NE DOVESSI GODERE L’USO E SOLO IN CASO DI BISOGNO, DI RICONOSCERVI UN GIUSTO PREZZO CHE CONCORDEREMO.
Facciamolo Pezzati, questo patto. Tanto in fondo non le costa niente in effetti, ma almeno accetti l’idea che esiste un’umanità che ha la stessa dignità di esistere, lavorare, prosperare, investire, risparmiare, avere sogni, gioire e soffrire liberamente senza dover pagare, cose e piaceri ALTRUI, che manifestamente e in modo consapevole considera intrinsecamente inique e sbagliate, prima di tutto da un punto di vista naturale, poi dal punto di vista economico, industriale e tecnico.
Tutto qui. Qua la mano, Pezzati. Affare fatto.
Semper Humanitas, Ante Omnia