Riforma della previdenza per affrontare il tema della famiglia
Il tema del riequilibrio generazionale è fondamentale. Dall’inizio di questa legislatura, a costo di perdere voti, abbiamo posto il problema semplice, chiaro, che lo stato non riesce a mantenere per 25-30 anni la gente in pensione, perché l’età della vita si è allungata e questo vale per le donne e per gli uomini.
Siamo disponibili ad accettare la sfida dell’Unione europea, esattamente come accettiamo in proiezione futura una sfida nell’ambito dell’allungamento del settore privato dell’età pensionabile.
Il problema è se davvero vogliamo accettarla, perché i conti dello stato ci impongono di affrontare il problema generale. Se questa è la realtà, dobbiamo utilizzare il tema della grande riforma sulla previdenza per affrontare la grande questione della famiglia. Questo tema è in modo inscindibile connesso all’aumento dell’età pensionabile. E per quanto riguarda le donne lo è in misura superiore che per gli uomini.
Il tema della non autosufficienza è una questione drammatica, i genitori che hanno figli non autosufficienti sono lasciati soli. Certo non è colpa del governo Berlusconi, sono questioni che ci portiamo dietro da decine di anni, ma oggi la sfida è affrontare queste questioni. Come anche quella della maternità. Abbiamo una terribile denatalità in Italia. Inutile che ci lamentiamo che non nascono italiani e che ci sono solo extracomunitari. Affrontando il problema dell’età pensionabile delle donne, dobbiamo stabilire corsie preferenziali: due anni per ogni maternità, forse è una strada vediamone altre.
Questa sfida la vogliamo affrontare, opposizione, maggioranza. È un sfida tra uomini di buona volontà, che vogliono far crescere questo Paese ed essere sensibili al futuro delle giovani generazioni.
Pier Ferdinando
Grazie Onorevole!
La vita va difesa sempre ed é l’unico bene prezioso che il Buon Dio ci ha dato. Pensare al futuro della famiglia con buoni propositi distingue l’uomo dal marcio che é nel mondo. Spero che l’assemblea condivida il Suo intervento.
Sig Presidente Lei dice, “abbiamo una terribile denatalità”,vero. “Due anni per ogni maternità”,giusto. Alle famiglie monoreddito? Alle mamme casalinghe? Soprattutto per loro occorre sensibilità.
On. Casini,
a mio avviso bisogna pensare a un sistema previdenziale differenziato:
Settore pubblico
libero, flessibile e volontario
( arrivare alla riduzione di un terzo dei dipendenti )
settore privato
( incentivare con il risparmio del settore pubblico).
Chissà, magari, domani ci saranno le condizioni per discuterne
con un presidente del consiglio
non quasi ottantenne.
Vedremo.
Dipende anche da lei.
Con stima.
In pensione a 60, 65, 70anni… chi offre di più?
L’innalzamento dell’età pensionabile – legata alla speranza di vita media rilevata dall’Istat – porterebbe ad un “risparmio/ricavo” di 87 miliardi di euro che andrebbe a coprire gli sprechi e le ruberie della ‘cricca’! E’ la pedissequa applicazione del principio dei vasi comunicanti o meglio delle “casse-comunicanti”: si trasferiscono i contributi pensionistici dei lavoratori dalle casse Inps, Inpdap, Enpam, a quelle ‘esanimi’ dello Stato! Lapalissiano il fatto che predati i soldi accantonati dai lavoratori per garantirsi una pensione, la politica, rotto l’unico “dindarolo” rimasto sano nel bel paese, prenda tempo innalzando l’età pensionabile. I soldi per pagare le pensioni non ci sono più! E se la speranza di vita si è allungata, quella di andare in pensione è morta e sepolta! Il decreto legge sulla manovra economica apporta sostanziali modifiche alla decorrenza delle pensioni di vecchiaia e di anzianità nei confronti di tutti coloro che matureranno i requisiti dal 2011 in poi, accorciando ulteriormente la distanza che porta dalla pensione al… camposanto! I lavoratori dipendenti, pubblici e privati, subiranno uno slittamento di 12 mesi, nella decorrenza della pensione, dal momento della maturazione dei requisiti mentre per i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) lo slittamento sarà di 18 mesi. Anche i lavoratori che usufruiscono della totalizzazione dei periodi assicurativi potranno avere la pensione dopo 18 mesi, cioè con le stesse regole previste per i lavoratori autonomi; fanno eccezione le pensioni ai superstiti, che decorrono dal primo giorno del mese successivo alla morte dell’assicurato. Rimangono invece in vigore le vecchie norme nei confronti dei lavoratori dipendenti che avevano in corso un periodo di preavviso al 30 giugno 2010 e che maturano i requisiti per la pensione entro la data di cessazione del rapporto di lavoro e nei confronti dei lavoratori che, per il raggiungimento dl limite di età, perdono il titolo abilitante all’esercizio della professione. Il ritardo di 1 anno nell’uscita dal lavoro non si applica neanche nei confronti del personale della scuola, per il quale viene confermata l’unica finestra del 1° settembre di ogni anno. E’ prevista una deroga all’applicazione delle nuove norme in favore di un massimo di 10.000 lavoratori, collocati in mobilità, mobilità lunga o titolari di prestazioni straordinarie a carico dei fondi di solidarietà. Dovrà provvedere l’INPS al monitoraggio necessario per determinare il raggiungimento della soglia delle 10.000 unità. La manovra del governo inciderà parecchio sull’età per andare in pensione. In pratica si dovrà attendere fino a cinque anni in più per andare in pensione di anzianità e di vecchiaia. L’innalzamento dell’età di vecchiaia nel 2050 arriverà alla soglia di 69 anni e 4 mesi. Ma già dal 2015 ci saranno i primi effetti, per la pensione di vecchiaia si dovrà aspettare 66 anni. E’ quanto stabilito dal rapporto elaborato in sede tecnica. Le direttive dell’intervento sono due. La prima è contenuta nel decreto correttivo dei conti pubblici, la seconda nel regolamento Sacconi-Tremonti firmato nei giorni scorsi in attuazione della legge 3 agosto 2009. Come è noto la manovra sposta le finestre di uscita, dunque coloro che matureranno i requisiti dal 1° gennaio 2011 dovranno aspettare dodici mesi, se dipendenti, e diciotto se autonomi. Ma il deciso cambio di direzione arriva dal regolamento Sacconi-Tremonti: si annulla l’attuale sistema delle quote e si passa a un sistema che innalza l’età anagrafica di pensionamento in vecchiaia e anzianità in relazione all’allungamento medio della speranza di vita rilevato dall’Istat. In base a questo meccanismo dal 1° gennaio 2016 l’elevazione dell’età avverrà con cadenza triennale, ovvero uno scatto di tre mesi alla volta. Conseguenze? Chi ha iniziato a lavorare 20 anni fa e andrà in pensione attorno al 2031, dovrà attendere, per gli uomini, 68 anni per la vecchiaia (tre in più rispetto ad oggi) e fino a 65 anni per l’anzianità (quattro in più). Per i neo assunti, con il pensionamento nel 2050, saranno necessari 69 anni e 4 mesi (cinque anni in più rispetto all’attuale).
Agli uomini vengono riconosciuti 12 mesi di servizio militare(prima erano 18).Alle donne che mettono al mondo dei bambini neppure i nove mesi di gestazione..!!!L’Europa ci costringe a stringere i tempi nei confronti delle donne,che pagano le gravi lacune nei loro confronti operata dalla lacunosa legislazione previdenziale.I nostri parlamentari hanno certamente molto da proporre……Mi auguro comunque che non approvino questa finanziaria…..
Preg. mo Presidente l’Italiani sono propenzi a qualsiasi sacrificio, infatti fino ad oggi il popolo italiano a risposto con rettitudine a tutto quello che ha subito fino oggi, però carissimo Presidente il popolo Italiano, vuole vedere il frutto dei propri sacrifici, io mi ricordo che per entrare in Europa abbiamo pagato una tassa che poi è ci è stata restituita, dopo di che non abbiamo usufruito dei benefici Europei, ma abbiamo riempito l’Italia di extracomunitari, che non abbiamo dove metterli, abbiamo subito il dimezzamento degli stipendi, perchè l’euro è stato calcolato come fosse la vecchia mille lire di una volta, abbiamo una classe politica al Governo che non sa dove parare, siamo senza lavoro, ieri è stato assediato il Parlamento. Allora mi domando perchè andare avanti, con questo Governo che addirittura va sotto quasi tutti i giorni, e va avanti a suon di voto di fiducia?, Presidente io mi domando e dico quando facciamo questo nuovo Partito, che oggi tutti quelli dell’UDC scalpitano?
A proposito della battuta pungente del Presidente Casini anch’io sull’argomento ho mandato ad un giornale nazionale questo post:
Una clamorosa ammissione di fallimento!!: “La nuova esternazione a tutto campo del premier è una clamorosa ammissione di fallimento. Ma come, dopo circa venti anni dal suo ingresso in politica si accorge solo ora, dopo tutte le promesse, dopo tutti le affermazioni di onnipotenza, dopo tutti i patti sottoscritti e sbandierati agli italiani che “l’architettura costituzionale rende difficilissimo trasformare i progetti in leggi concrete”. E se ne accorge solo ora in una condizione tra l’altro di un suo dominio quasi assoluto nell’ambito politico e soprattutto mediatico?? Gli ha risposto bene ad una richiesta del premier, secondo la cronaca, il Presidente della Confartigianato “Ognuno deve fare il proprio mestiere”. Ed il mestiere di imprenditore ed il mestiere di politico sono due cose diverse perchè hanno regole diverse, ed è difficile che una persona possa eccellere in tutto. Insomma il “ghe penso mi” è un fallimento.” Comunque brillante, divertente la sua carineria finale in linea con il Suo comportamento umile e ragionevole: “ io sono un imprenditore prestato temporaneamente alla politica”. Dopo venti anni?”
Gentili rappresentanti dell’ UDC,
pur non essendo mai stata vostra elettrice quando ho sentito le vostre proposte di abbuoni contributivi per le mamme, ci avevo creduto che qualcuno facesse qualcosa per le madri,
e invece tutto è caduto nel silenzio. Avete già mollato?
Sono una mamma di 54 anni . 4 figli . Ho deciso consapevolmente di chiamarli alla vita proprio perchè mi inchino a questo meraviglioso miracolo. Li ho educati e cresciuti assieme a mio marito decidendo di non lavorare nei 4/5 anni in cui sono nati. Dopo di che ho iniziato subito a lavorare come insegnante. Ad oggi ho 30 anni di contributi. Fra 6 anni sarei andata in pensione con 60 anni e 36 di contributi (di lavoro statale), prendendo magari qualche soldo in meno, ma almeno nello stesso anno delle mie colleghe single o senza figli. Per la tanto invocata”””Pari opportunità””””, con la legge della pensione a 65 anche per le donne non potrò più andare in pensione fra 6 anni ma fra 10 anni. Fra 6 anni le mie colleghe se ne andranno in riposo (molto più riposate di me perchè senza figli) io per premio dopo tanto lavoro con 4 figli , andrò in riposo 4 anni dopo. Allora vi chiedo, voi partito sensibile ai problemi dei DIRITTI, DELLE ETNIE, DI EUROPEISMO, DELLE DONNE, sosteneteci con più vigore ed efficacia (e non solo con intereventi sporadici in trasmissioni televisive o proclami qua e là sparsi sui giornali) sostenete veramente i DIRITTI DELLE MAMME (FIGURA IN ESTINZIONE VISTE LE ULTIME PROPOSTE DI LEGGE ), presentate proposte concrete e portatele avanti. “Questo bel regalo di pari opportunità” si traduce in un’enorme ingiustizia sulla nostra pelle di mamme cittadine italiane. Siamo tante e siamo molto importanti per la società anche se purtroppo non abbiamo voce perchè siamo tante impegnate ad educare e far crescere i cittadini del mondo.
Iva Peroni
Fabia (scusa se ti do del tu), le proposte sono state presentate, mi sembra, ma purtroppo l’UDC non è partito di governo, e il governo tende ad ignorare le proposte che provengono dall’opposizione.
ciononostante, credo che al momento di discussione in aula della manovra, a meno che non sia blindata con la fiducia, qualcosa potrà cambiare e sono ragionevolmente sicuro che l’UDC si adopererà per cambiare alcune cose.
Caro presidente Casini, l’altro pomeriggio l’ho sentita a Radio Radicale mentre interveniva alla camera sul problema della quiescenza delle donne e sono rimasto particolarmente colpito e felice quando ha accennato al riconoscimento pensionistico di due anni per ogni figlio portato al mondo. Felice e persino emozionato perchè queste considerazioni le ho fatte da tempo nel mio blog Maralai ( http://www.maralai.ilcannocchiale.it ) e rilanciate appena una settimana fa. Domani dedicherò il post interamente a lei persino con la registrazione del suo intervento alla camera. Io non sono una donna, ma sostengo questa iniziativa perchè la condizione femminile di chi accresce la natalità italiana venga equiparata giuridicamente a quelle fattispecie usuranti per cui chi fa figli andrà in pensione prima. Insista su questo tema nobile ed intanto io mi pregio di dedicarle un post ed inviarle cordiali saluti.
Maralai
(mario nanni)
Trovo correttissima una “vera” e “attenta”battaglia per consentire sotto l’aspetto pensionistico alle donne di avere un riconoscimento giuridico alle madri che hanno avuto figli.
Non nascondiamo la verità, nella maggioranza dei casi i figli cadano maggiormente sulle spalle della madre ed è giusto riconoscerle questo merito.
In questo modo, oltre che dare un ” G I U S T O” riconoscimento al ruolo della donna nell’istituzione famiglia, forse consentiamo anche alle giovani coppie di avere una nonna che li possa aiutare nella crescita dei loro figli.
questa è una corretta giusta e doverosa battaglia parlamentare da portare avanti. Coraggio! che forse non è impossibile farlo comprendere anche ad altri parlamentari appartenenti ad altri partiti.
grazie!
il problema sarà la copertura finanziaria