Se Calderoli (smemorato) ci indigna
“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera
Il fatto è questo e ve lo espongo molto chiaramente, senza giri di parole o ironia alcuna. Un ex ministro della Repubblica italiana, il leghista Roberto Calderoli, ha depositato un’interrogazione in Senato – mica caramelle, un’interrogazione ufficiale – per richiedere chiarimenti al Presidente del Consiglio, Mario Monti, circa una presunta festa privata da lui organizzata per la notte di San Silvestro a Palazzo Chigi. La risposta del Premier, arrivata a stretto giro di posta, è stata un capolavoro di strategia politica – come ha notato Francesco Costa, dopo vent’anni ci ha dimostrato com’è che si tratta con la Lega – e di magistrale ironia, che ha fatto scatenare Twitter e fatto ridere me per delle ore.
La storia sembrava essere finita lì, con l’interrogante leghista messo a tacere dietro la lavagna. E invece no, visto che Calderoli, evidentemente non soddisfatto della magra figura ottenuta, intervistato oggi da Michele Brambilla su La Stampa ha spiegato di non voler ritirare la sua interrogazione, perché urge «una risposta nelle sedi istituzionali, non mi accontento certo di un comunicato stampa». Ecco. Il punto è proprio questo: l’Italia si è abituata a un tale grado di impunità dei politici, da non indignarsi di fronte a queste parole? Davvero possiamo accettare di sorbirci gli sproloqui di un uomo che ha partorito la riforma elettorale più brutta della nostra storia, che è celebre per gli incidenti diplomatici causati dalla sua straripante ignoranza e che è protagonista della pagliacciata del rogo taglia-leggi e dei Ministeri al Nord? Personalmente mi rifiuto. Ne ho fin sopra i capelli di doverlo sopportare. I leghisti hanno gridato per anni a Roma Ladrona, mentre si appollaiavano comodi sulle poltrone governative: ora che sono stati tagliati fuori – finalmente – dal circuito delle decisioni, sono tornati a fare quello che gli riesce meglio. Niente.
Se non sapessimo che è una cosa impossibile, chiederemmo al Sen. Calderoli di smettere di rendersi ridicolo a tutte le ore del giorno e della notte. Ma siccome lo sappiamo, chiediamo almeno ai nostri giornalisti di evitare di garantirgli una visibilità che non merita: così noi avremo più tempo di occuparci e di discutere delle cose che contano veramente.
Questo uomo mi fa ridere…nn sa proprio più che inventarsi. Ma sta bene?
non so in quale categoria mettere i leghisti,a parte le solite stronzate che dicono riguardo al parlamento del nord la capitale al nord,anche i leghisti sono del nord.Mi andrebbe di consigliare a bossi di andare in pensione,evitando di mettere il figlio in politica visto che stupidi ne abbiamo già tanti,e consigliare a Calderoli di parlare meno così eviterebbe di mettere in risalto la sua ignoranza politica,che fa male al suo partito stesso.
“Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.”
Nel giorno del 215°anniversario del tricolore vorrei riproporre a tutti la “poesia”
IL TRICOLORE
La Bandiera
Sono
la terra, i monti, i mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ti circondano,
l’aria che respiri,
il sangue di chi é caduto nell’adempimento di un dovere o nel raggiungimento di un ideale, per permetterti di vivere libero,
la zolla che ricopre i tuoi Morti,
la Fede, l’amore, il vibrante entusiasmo dei tuoi avi,
la fatica, l’affanno, la gioia di chi studia e di chi produce con la mente e col braccio,
il dolore, il sudore e la struggente nostalgia degli emigranti,
la tua famiglia, la tua casa e i tuoi affetti più cari,
la speranza, la vita dei tuoi figli.
Sono la Tua Bandiera, L’Italia, la Tua Patria.
Ricordati di me, onorami, rispettami e difendimi.
Ricordati che al di sopra di ogni ideologia mi avrai
sempre unico simbolo di concordia e di fratellanza
tra gli Italiani.
Ricordati che finché apparirò libera nelle tue strade,
Tu sarai libero.
Fammi sventolare alle tue finestre, mostra a tutti
che Tu sei Italiano.