postato il 22 Luglio 2011 | in "In evidenza, Politica"

Sì al terzo polo dal 12%degli italiani (Renato Mannheimer – Corriere della Sera)

La convention del Terzo Polo comincia in qualche modo sulle pagine del Corriere della Sera dove il sondaggista Renato Mannheimer propone un’indagine sull’ipotesi e l’eventuale ruolo di una forza politica che si collochi tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra. Ecco l’analisi dei dati proposta da Manneheimer.

Si ritorna a parlare, in questi giorni, dell’ipotesi (e del ruolo) di un «terzo polo» , che si collochi tra gli schieramenti maggiori di centrodestra e di centrosinistra. A questo progetto stanno lavorando da tempo i leader di almeno tre forze politiche (Casini, Fini, Rutelli) che, assieme al Mpa di Lombardo, hanno in programma per oggi una sorta di costituente comune, all’interno della quale si potrebbero rafforzare i legami e i propositi di collaborazione già espressi da tempo. Quali sono le reali potenzialità di una formazione siffatta? E quale il ruolo che potrebbe giocare nello scenario politico? Sulla base dei sondaggi più recenti, circa il 12%degli italiani afferma di voler votare per una delle tre componenti attuali del terzo polo (anche se, ovviamente, non è detto che confermino questa scelta nel caso di una loro più stretta aggregazione). A costoro si possono affiancare i cosiddetti elettori potenziali, vale a dire coloro che, pur non avendo ancora deciso di votare per uno dei tre partiti, dichiarano di prendere comunque in considerazione questa eventualità. Si tratta, in altre parole, del possibile terreno di espansione elettorale del terzo polo. Questo mercato potenziale aggiuntivo è assai ampio— attorno al 25%— ma, naturalmente, non facile da conquistare, dato che attualmente i suoi componenti dichiarano di fare scelte diverse: molti votano oggi Pd, ma molti altri affermano di essere  indecisi sul partito da scegliere. In che misura, secondo questi elettori, le tre forze politiche che vorrebbero costituire il terzo polo devono realmente unirsi tra loro? Sulla questione si riscontrano opinioni divergenti. È vero infatti che la maggioranza relativa (44%) degli elettori attuali per una delle componenti del terzo polo dichiara di auspicare un partito unico. Ma è vero anche che una quota di poco inferiore (40%) suggerisce invece la costituzione di una mera coalizione, ove ciascun partito mantiene la propria identità. E che tra gli elettori potenziali quest’ultima opinione è addirittura prevalente. Non è detto, dunque, che l’unità tout court sia la soluzione più ambita. Ma, alla fine, si uniranno davvero in qualche modo tra loro Api, Fli e Udc? Secondo la maggioranza relativa dei loro votanti (e dell’elettorato in generale), l’intenzione in realtà c’è, ma manca ancora la chiarezza sul percorso da intraprendere. Anche se molti (38%degli italiani), persino all’interno dello stesso elettorato del terzo polo (ove costituiscono il 35%), si dichiarano scettici e affermano di credere poco alla reale volontà di fondersi da parte di queste tre forze politiche. Qualunque forma esso finisca con il prendere, il terzo polo dovrà decidere quale ruolo assumere nello scenario politico. Correre da solo o allearsi? E con chi? La chiara maggioranza (48%) dei votanti attuali e potenziali per il terzo polo suggerisce di non legarsi a nessuno, riservandosi quindi una indipendenza nelle scelte future. Tra i restanti, si equivalgono coloro che indicano il centrodestra o il centrosinistra come possibile partner (ma tra gli elettori potenziali prevale l’indicazione per il centrosinistra). La scelta è di grande rilievo, specie con questo sistema elettorale, in quanto l’alleanza del terzo polo con l’una o con l’altra delle coalizioni maggiori è dirimente per l’assegnazione del premio di maggioranza. Il peso del terzo polo e gli orientamenti che esso, prima o poi, dovrà prendere appaiono dunque decisivi per la futura configurazione dello scenario politico. Anche di qui l’invito, espresso dagli intervistati nel sondaggio, di fare finalmente luce sulle scelte e sugli orientamenti futuri delle forze politiche di centro.
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