postato il 13 Luglio 2010 | in "Media e tecnologia, Spunti di riflessione"

Smartphone e banda larga: come evitare il collasso della rete mobile?

Pochi giorni fa, nel corso della relazione annuale dell’Agcom, il presidente Corrado Calabrò ha lanciato un allarme sul possibile collasso nel nostro Paese della rete mobile. “L’Italia è il secondo Paese europeo per diffusione della banda larga mobile – ha affermato – Ma se non interveniamo rapidamente, con il tasso attuale di diffusione degli smartphone, la nostra rete mobile rischia il collasso”.
Calabrò ha quindi portato all’attenzione del governo l’esigenza di agire in fretta per liberare frequenze per la banda larga mobile. Secondo un’indagine effettuata dal Politecnico di Milano, a fine 2009 erano 10 milioni gli utenti che navigavano in mobilità, mentre saranno 12 milioni già entro questa estate.

Cresce quindi la voglia di mobilità, è netto l’incremento delle connessioni in mobilità su notebook e netbook (+26% grazie soprattutto alle chiavette internet) e sui cellulari (+17%). L’Italia è già stata in testa alle classifiche per diffusione dei cellulari per quanto riguarda il traffico voce. Ora rischia però di rimanere indietro nel traffico dati. Di strada da fare ce n’è ancora tanta e le difficoltà per il sistema delle telecomunicazioni nel nostro Paese sono numerose.

Pier Ferdinando Casini si è interrogato nei giorni scorsi sul significato dell’allarme lanciato da Calabrò. Anche Roberto Rao, capogruppo Udc in commissione di Vigilanza Rai, ha sottolineato come il rischio di un possibile collasso della rete mobile sia allarmante e impensabile per un grande Paese come l’Italia. ”Sul nostro Paese – ha sottolineato Rao – pesa un grave ritardo nella realizzazione delle infrastrutture, che mette in difficoltà lo sviluppo dell’economia e scoraggia gli investitori stranieri. Nella diffusione della banda larga, su cui si gioca il futuro dell’economia, siamo addirittura al 17° posto nell’Ue”.

Quali allora le possibili soluzioni? L’Agcom ha indicato la strada nella liberazione in tempi brevi delle frequenze radio. “Contiamo di rendere disponibili prima del 2015 circa 300 Mhz da mettere all’asta per la banda larga”, ha sottolineato Calabrò.
La strada della messa all’asta di nuove frequenze 4G è stata intrapresa dalla Germania. I tedeschi hanno raccolto oltre 4 miliardi tra gli investitori ed è interessante che l’appalto preveda l’obbligo preventivo di coprire le aree rurali finora non coperte, una misura per abbattere il digital divide.
Digital divide che in Italia è purtroppo ancora una realtà: “svantaggi” non più di tipo economico/sociale, ma di natura tecnologica, che stanno creando una barriera alla diffusione della cultura sulle nuove tecnologie. La connettività veloce (ovvero la banda larga), che permette l’accesso “efficiente” alla Rete, è un requisito di base per utilizzare gran parte dei servizi messi a disposizione dalle nuove tecnologie. Senza connettività si è al buio.

E purtroppo il nostro Paese arranca: l’Italia è sotto la media Ue per diffusione della banda larga, al 17mo posto con una penetrazione del 20,6% contro il 24,8% della media. Sotto la media anche per il numero di famiglie connesse a Internet (al 22/mo posto con il 53%, contro il 65% europeo).

Poco è stato fatto e tanto c’è ancora da fare. Aprire un confronto costruttivo sul tema è un primo passo. Raccogliamo riflessioni utili, pareri sulle strade da intraprendere, sugli errori commessi in passato e da evitare in futuro. Il dibattito è aperto.

Dite la vostra.

9 Commenti
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Michele Trabacchino
Michele Trabacchino
14 anni fa

Buona sera Presidente!
In un periodo come questo, nel quale si parla sempre più stesso di internet, telefonia mobile e banda larga mi sembra opportuno azzardare una proposta: perchè non obbligare i famosi “siti per adulti” ad avere uno spazio apposito nel quale inserire il proprio codifce fiscale per poter accedere ai “servizi” dei suddeti siti? In tal modo si potrebbero salvaguardare i nostri ragazzi e i nostri bambini che sanno utilizzare meglio di noi il computer e internet. Credo che per loro sia facile aggirare un parental control, soprattutto se in età adolescenziale, per questo è giusto che non accedano a questi siti pornografici ma che vivano con naturalezza e spensieratezza tutte le fasi della propria crescita. Dobbiamo porre la giusta attenzione ai nostri ragazzi perchè saranno il nostro futuro.
In attesa di una Sua risposta, cortesemente sauto.

Michele Trabacchino, UDC Triuggio (MB)

gaspare
gaspare
14 anni fa

michele è più facile aggirare il problema del codice fiscale che non il parental control.
per disabilitare il parental control ci vogliono le password (e trovarle è complicato), per scrivere un codice fiscale basta conoscerlo o andare nei siti governativi che, partendo da nome cognome e data di nascita, ti dicono ocn precisione il codice fiscale.
Credi che un ragazzo non possa consocere il codice fiscale dei suoi genitori?
Il problema si risolve non vietando, ma solo se i genitori tornano a parlare di tutto con i loro figli e a passare tempo con loro.

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

Ironico:
i telefoni “smart” collassano la rete “old” di clienti “stupid”.
Magari collassase e gli italiani prendessero per qualche tempo in mano la zappa. C’è tutto il “campo” che vuoi…
“la voglia di mobilità”.
Certo: non poter chattare con l’iphone da sopra la tazza del cesso è un bel problema…

Siamo molto oltre la circonvenzione di incapace.

marco
marco
14 anni fa

Ma certo, il modo migliore per aumentare la qualità della rete è proprio quello di vendere frequenze all’asta!
Quanto odio questi ignoranti che parlano di tutto non sapendo un cavolo e si inventano frescacce assurde. Questa poi, hanno scoperto che ci sono cose che si chiamano frequenze che possono vendere e so felici come una pasqua…

gaspare
gaspare
14 anni fa

@ marco: quale potrebbe essere una soluzione alternativa??? lo chiedo da assoluto ignorante della materia.

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

@ marco:
non vorrei deluderti ma sta srtoria che con le frequenze si fanno i soldi…un tanto al kilo(hz)…la sanno da un pezzo. Pensa, si attaccano anche alla tassa per i radioamatori.
La banda bassotti…altro che larga…

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

@ gaspare:
la soluzione è fare le persone serie e non trattare come “allarmi” le cavolate.
La produttività (lato utente) di uno smartphone è zero. La parte “smart” è a beneficio di chi lo produce a chi vende i servizi. Stop.
Il secondo paese europeo per la banda larga mobile…una vergogna.

Altro discorso (lontano anni luce) è rendere la navigazione sicura per i minori.

marco
marco
14 anni fa

La cosa va affrontata davvero su tantissimi fronti, a partire dall’infrastruttura di rete, e qui parlo di internet, che Telecom per anni ha fatto male o non ha fatto per niente, ti parlo di componenti vecchi, router o quant’altro fino ad arrivare a ciò che riguarda il cablaggio.
Il digital divide perche esiste? perche non arriva un cavo in certe zone d’italia.
Il fatto che la diffusione è bassa, quello è l’unico problema “nostro” di cittadini. E’ chiaro che siamo gente piu attaccata alla tv che non ad internet.
Se poi vogliamo parlare di rete radiomobile invece il discorso è opposto, la rete (il core network) è fatta bene per quello che vedo e che so, i problemi sono piu per quanto riguarda la rete d’accesso, e pure qui dovremmo fare mea culpa, vogliamo utilizzare il telefono a tutti i costi ma non vogliamo le antenne sopra i nostri palazzi. Per la cronaca, il raggio di copertura di una cella è dell’ordine di 50-100 mt in ambiente urbano.
Leggi l’articolo, non si capisce nemmeno di che stiamo parlando, spaziano dalle tecnologie 4G al digital divide alla diffusione dell’ADSL e dei cellulari.
Ma come si fa a credere a chi mischia cosi tante cose che hanno problemi e soluzioni diversissime e ti dicono che ora che vendiamo le frequenze staremo meglio?
I pochi che staranno meglio saranno quelli che intascheranno i soldi dalla vendita di cio che nemmeno posseggono, le frequenze appunto… bah!

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

Marco:
perfetto.
Interessante notare, a oggi, quanto sia profittabile, per chi la gestisce, la BLM.
Gallina dalle uova d’oro.
Router Telecom: si, quelli che a 192.168.1.1 ti danno la schermata con il logo Pirelli…
😉



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