Tutti i post con tag: Berlusconi

PhotoRepublik: la legislatura in quattro flash

postato il 19 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Diceva Nick Knight, un celebre fotografo britannico, che “la forza della fotografia è come un passaporto: vi dà il permesso di partecipare appieno a diverse situazioni della vita in cui normalmente non avreste avuto accesso”. E al tempo di internet questo è doppiamente vero come ha confermato il recente successo della foto del vertice di maggioranza postata da Casini su Twitter. Ma la foto lanciata in rete da Casini ha un grande valore simbolico e politico come almeno altre tre in questa legislatura. Proviamo a passarle in rassegna.

La prima foto che mi viene in mente è la celebre stretta di mano tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni. Era il lontano 30 novembre 2007 e questa foto sancì la nascita del cosiddetto “Veltrusconi”, il bipolarismo dominato da Pd e Pdl.

Il tempo passa e passano anche Veltroni e Berlusconi. Del crepuscolo Berlusconiano rimarrà impresso, specialmente al Cavaliere, il dito impertinente di Gianfranco Fini durante la direzione nazionale del Pdl, il 21 aprile 2010, con la celebre frase “Altrimenti che fai? Mi cacci?”. Eccolo immortalato.

Della crisi del berlusconismo se ne sarebbero dovuti approfittare Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola alleati in una specie di riedizione de “L’Unione” che però questa volta prende il nome da una foto. La foto di Vasto appunto.

Ma la foto di Vasto sembra ormai archiviata, non soltanto per i problemi interni al centrosinistra, ma perché uno dei componenti della triade ha trovato posto in un’altra foto, una foto di gruppo per la precisione.

La foto del vertice di ABC con Mario Monti sarà la foto conclusiva di questa legislatura? Non ci è dato saperlo, ma di sicuro è la foto del momento.

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Chi ha interesse nell’indebolire il Governo Monti?

postato il 12 Marzo 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Il Governo Monti è la novità politica più importante della tormentata storia della Seconda Repubblica. Una maggioranza ampia e qualificata, che ha unito forze politiche distanti e alternative, ha scelto di sostenere in modo comune un unico esecutivo, che per semplificazione giornalistica è stato definito “tecnico”, ma che nella mia opinione è sempre stato “politico”, nel senso più ampio del termine: del resto, risolvere i problemi non è forse la prerogativa primaria della politica?

Il Premier Monti ha saputo vincere alcune sfide importanti, dalla riforma del sistema previdenziale alla battaglia dello spread, passando per il rilancio dell’autorevolezza del nostro Paese: non è stato semplice e non renderemmo onore alla verità, sostenendo che è stato tutto un tripudio di rose e fiori. Ma siamo orgogliosi di essere arrivati fin qui e di esserci arrivati in forze, facendoci spesso garanti – anche a nostre spese – dell’unità della coalizione, che alcuni (sbagliando) si rifiutano di ritenere tale, limitandosi a definirla come un “patto d’azione”. L’ABC, che speriamo non torni ad essere un semplice incipit grammaticale, è stato il pilastro su cui costruire la vita del Governo, che non è un agente altro o patogeno rispetto alla politica: gli uomini e le donne che lo compongono provengono da storie “tecniche”, ok, ma è indubbio che abbiano dimostrato delle sensibilità “politiche” straordinarie. Basti citare l’esperienza dei ministri Fornero o Severino, che si sono trovate a gestire materie difficili, ma che hanno già elaborato soluzioni interessanti: il loro lavoro sarebbe nullo, o non giungerebbe a pieno compimento, se il Parlamento non scegliesse di sostenerle. I tempi sono stretti, strettissimi: ma ci vuole coraggio. Ce n’è voluto tanto per creare questa situazione, ce ne vorrà ancora di più per far sì che non si perda tutto.

Lo scopo del Governo doveva essere – nei disegni iniziali di alcuni – solo quello di superare, magari promuovendo scelte politiche dolorose e indigeste, la stringente crisi economica. Secondo noi, invece, questo Governo può fare molto di più: può rimettere sui giusti binari il treno del nostro Paese. Può – anzi, deve – risolvere le gravi storture sistematiche che scontiamo da troppo tempo (e che non si chiamano solo articolo 18, per dire: sono altre e spesso ben nascoste); deve contribuire a ridare fiato e orgoglio alla maggioranza silenziosa del popolo italiano, che è stanco di subire i soprusi di una minoranza rumorosa; deve, come auspicò Pigi Battista qualche settimana fa sulle colonne del Corriere, “fare l’Italia”. Ma certo i “tecnici” non possono vincere questa partita da soli: a questo serve la “politica”. Proprio per questo, come del resto ha ben spiegato Casini, chi pensa di indebolire il governo per evitare di mettere mano nelle questioni scottanti sbaglia. La paura, le indecisioni, i giochini di palazzo non ci servono. Serve il coraggio di discutere a viso aperto, di confrontarsi, anche di scontarsi, per carità: senza dimenticarsi, però, di quanto la coesione e la solidarietà nazionale sono riusciti a fare finora. E di quanto, ancora, devono riuscire a fare.

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Grande coalizione? L’importante è pacificare la politica

postato il 2 Marzo 2012


E’ finita l’epoca dell’armata degli uni contro gli altri, che poi non riescono a governare. Il Pd sta comportandosi bene, ha fatto una scelta impopolare e sarebbe assurdo chiedere adesso al partito di Bersani un patto elettorale. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Berlusconi sulla grande coalizione, credo non si debba mettere la mano sul fuoco. Io vado avanti per la mia strada: ritengo che ognuno si presenterà alle elezioni con i suoi partiti, ma la cosa importante è continuare a lavorare per il bene del Paese e pacificando la politica.

Pier Ferdinando

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Casini: “Monti servirà oltre il 2013, i partiti riformino la politica o chiuderanno per fallimento”

postato il 27 Febbraio 2012

L’intervista di Carmelo Lopapa pubblicata su Repubblica

«Il presidente del Consiglio Monti nel 2013 riconsegnerà ai partiti e alla politica le chiavi del governo del Paese. Che poi i partiti quelle chiavi gliele riconsegnino, al termine della campagna elettorale, non è da escludere: ma questo sarà conseguenza di un ragionamento più complesso, che io sto portando avanti». Il premier saluta con un arrivederci al prossimo anno i colleghi della Bocconi – è avvenuto sabato – ma Pier Ferdinando Casini si dice convinto che questa fase politica – il governo dei tecnici, la grossa coalizione che lo sostiene –  «non possa essere liquidata come una parentesi di fine legislatura». Guarda oltre, il leader del Terzo polo, e punta alla costruzione di un «grande partito popolare, capace di pacificare gli italiani». Nega però di aver già lanciato l’opa sul Pdl.

Presidente Casini, se il governo Monti non è una parentesi, cos’è?
«Stiamo vivendo una fase costituente. Ma non credo proprio che l’operazione che ha portato al governo tecnico possa essere liquidata e superata facilmente. Ritengo che la situazione del Paese, anche alla luce del contesto internazionale, renderà palese la necessità che si pensi a un proseguimento di questa esperienza. L’alternanza è un principio acquisito dalla nostra democrazia. Ma difficilmente da qui a un anno le condizioni muteranno. Ciascuno faccia la sua campagna elettorale. Ma sarà inevitabile, subito dopo, prendere atto della realtà».

Insomma, lei non scommetterebbe sul ritorno del presidente Monti all’università.
«Non rimarrà certo disoccupato. Su una cosa ho pochi dubbi: la linearità del suo comportamento. Se qualcuno ritiene che l’esito di questo anno sia un’avventura elettorale del professor Monti, sbaglia di grosso. Vorrebbe dire sminuire l’alto valore civile e sociale della sua missione». [Continua a leggere]

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Rassegna stampa, 19 febbraio 2012

postato il 19 Febbraio 2012
Casini torna sul progetto di trasformazione dell’Udc, definendo “ridicola” l’ipotesi di una nostra Opa sul Pdl. Qui non si tratta di passare dal 10, al 12%, di salvare 80 parlamentari anziché 80: “rubare” personale politico a un altro partito non ci interessa; a noi interessa creare qualcosa di radicalmente nuovo. E allora non stupisce il fatto che ci sia tutta questa attenzione (e paura) intorno alle nostre mosse: e infatti Bei su Repubblica ci racconta di Berlusconi che pensa di archiviare definitivamente il Pdl e di lanciare delle liste civiche alle prossime elezioni nazionali (e anche amministrative) per evitare la debacle (i sondaggi descrivono un partito inchiodato al 20%) che sembra ormai inevitabile.

Casini: «Una nostra Opa sul Pdl? È ridicolo». (Avvenire)

Partito dei moderati, timori sul piano di Casini E Rutelli «lancia» Monti. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera)

Berlusconi vuole chiudere il Pdl- Nel 2013 servirà una nuova cosa. (Francesco Bei, la Repubblica)

Violante- L’intesa tra i partiti può farci uscire dalla crisi. (Diodato Pirone, il Messaggero)

Non solo riforma elettorale. (Roberto D’Alimonte, il Sole 24 Ore)

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