Tutti i post con tag: Berlusconi

Rassegna stampa, 28 dicembre 2011

postato il 28 Dicembre 2011
Lunga intervista di Pier Ferdinando Casini su Repubblica di oggi: il Governo Monti è in carica da appena un mese, e sta lavorando in condizioni difficilissime, pensare di addossargli tutte le responsabilità o di ritenerlo già inadempiente è inaccettabile. Ecco perché, le accuse di Berlusconi sono un “colmo”: lui ha creato il problema, ora non può più pensare di essere la soluzione, anche se «ha fatto un salto mortale non indifferente sostenendo il nuovo governo. Oggi cerca di alternare qualche momento di propaganda a ragionamenti seri: tutto abbastanza inevitabile». Noi dell’Udc e del Terzo Polo continuiamo, invece, a sostenere senza condizioni quella che ci sembra essere la soluzione migliore (non a torto, se si guarda ai risultati delle aste statali dei Bot di poco fa), anche perché sappiamo bene che «questo governo è destinato inevitabilmente a modificare la tipologia di sistema che abbiamo costruito». Non c’è spazio, insomma, per chi pensa – politici in primis – che dopo Monti si possa tornare a fare quello che si faceva prima: le abitudini della vecchia politica vanno rimosse, qui si gioca una nuova partita. E siccome, lo sapete, noi siamo convinti che non si possa lavorare senza contenuti, anche oggi vi abbiamo selezionato una serie di editoriali e commenti assai utili per capire come stiamo messi: Guido e Schivardi sul Sole insistono sul tema delle liberalizzazioni, da fare tutte insieme e subito; il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, sempre sul Sole, ricorda che una riforma seria della giustizia è anch’essa un importante fattore di crescita; Cifoni sul Messaggero ci racconta della riforma del catasto, che vedrà cambiare il sistema di classificazione degli immobili, non più per vani ma per metri quadri; il professore Bruni, su La Stampa, infine, ci spiega cos’è che serve per convincere davvero i mercati.

Casini: “Il colmo le accuse di Silvio, chi ha creato il problema non può essere la soluzione” (Goffredo de Marchis, La Repubblica)

Casini: “Politici pronti a riprendere le vecchie abitudini. È surreale” (Il Tempo)

Governo e partiti alla sfida cruciale (Stefano Folli, Sole24Ore)

Catasto, ecco la riforma (Luca Cifoni, Il Messagero)

Malumore nel Pdl: “Iperattivismo di alcuni ministri” (Paola di Caro, Corriere)

Una commissione contro la corruzione (Antonio Maria Mira, Avvenire)

Nuovo caso nel Pdl (Errico Novi, Liberal)

La debolezza dei partiti (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere)

La crescita è possibile solo se liberalizza tutto insieme (Luigi Guiso e Fabiano Schivardi, Sole24Ore)

Cosa manca per convincere i mercati (Franco Bruni, La Stampa)

Giustizia efficiente, un fattore di crescita dell’economia (Michele Vietti, Sole24Ore)

Il Natale in Rai, tra sforbiciate (sicure) e nuova governance (improbabile) (Il Foglio)

Il caso Mora, il carcere e gli equivoci di giustizia (Pierluigi Battista, Corriere)

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Se questa è una “democrazia sospesa”…

postato il 27 Dicembre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Edoardo Marangoni

“Governo tecnico”, periodo di “democrazia sospesa”: sono queste 2 locuzioni che paiono essere ultimamente molto gradite a giornalisti, studiosi, ascoltatori di tg e lettori di giornali.
Sembrano queste le 2 “formule magiche” con cui rapidamente e, dico io, semplicisticamente definire in un lampo e precisamente come e dove collocare il Governo Monti.
Che si tratti di un unicum quanto alla nostra esperienza costituzionale è cosa non certo sicura. Altri sono stati, chiamiamoli così, gli “esperimenti presidenziali” tentati e andati a buon fine, basti ricordare Spadolini, Ciampi e Dini.
Ma ciò che più mi preme di esprimere non è tanto cosa sia il Governo Monti –questo credo spetti ad autorevole Dottrina-, quanto manifestare un pizzico di fastidio per chi usa espressioni che con il Diritto Costituzionale e la nostra Costituzione sono in contraddizione.
Se è vero come è vero, che un Governo per essere tale deve avere la fiducia del Parlamento (Art.94 Cotituzione), che è espressione diretta della volontà popolare(artt.56 e 57Costituzione), allora, visti proprio i numeri straordinari della Fiducia ottenuta il 17 e il 18 novembre scorso, mi sento di poter dire con serenità e fermezza ad un tempo che il Governo Monti è un Governo “Politico” (se mai quest’espressione vuol dire qualcosa, costituzionalmente parlando).
Va concesso a chi sostiene la tesi del “governo tecnico” che tutti i Ministri, Presidente del Consiglio incluso, siano uomini esperti e competenti in una certa materia, senza previa esperienza politico-partitica parlamentare. (Il caso del Ministro Giarda mi pare marginale e per così dire “border-line”).
Non mi pare però nemmeno che siano uomini che han vissuto fino a metà novembre rinchiusi nelle loro “torri d’avorio”, ma ben radicati nel tessuto sociale, economico e politico in senso lato del nostro Paese.
Ma credo che, tutto sommato, anche qui la disputa, benché per me appassionante, lasci un poco il tempo che trova.
Il vero punto, il nodo centrale, a mio avviso, è l’uso dispregiativo (come altro valutarlo?!) dell’espressione “democrazia sospesa”.
Se ne parla come se vi fosse stata un’imposizione dall’alto, extra-ordinem, fuori e contro le garanzie costituzionali, quasi perfino di tipo sovversivo, non solo della democrazia, ma proprio del nostro Stato.
Vorrei tranquillizzare tutti gli animi inquieti: non è così.
E’ nelle piene facoltà del Presidente della Repubblica nominare Primo Ministro “qualsiasi” persona goda della sua fiducia…e del Parlamento! Questo punto è importante, e già ne abbiamo accennato.
E’ certo vero che Monti (e la sua compagine ministeriale) non hanno ricevuto alcun mandato elettorale. Ma a quello scopo esiste il Parlamento. E’ il Parlamento il responsabile presso i cittadini, presso gli elettori delle sorti della Legislatura. Il Popolo elegge il Parlamento, non il Governo.
Ma provo ora ad elevarmi un poco, a “viaggiare” tra i ricordi di tutti noi attraverso i secoli, tentando di rimembrare quel che diceva con intuito geniale Montesquieu.
Ricordiamo tutti la formula dei “3 poteri”: Legislativo, Esecutivo, Giudiziario. Ben separati, al punto da permettere all’uno di vigilare sugli altri vicendevolmente.
Fermiamoci un attimo e proviamo a scordarci di quel che tv e giornali ripetono insistentemente.
Abbiamo noi in Italia una Magistratura indipendente dagli altri 2 poteri? Sì. Taluni poi dicono anche troppo, quindi ad adiuvandum in questo caso.
L’attuale Parlamento è stato eletto direttamente e liberamente dal popolo sovrano? Sì, nel 2008.
E il Governo, l’Esecutivo, non è forse avulso da ogni logica giudiziaria e politica-partitica-parlamentare? Sì, certamente, tutti lo dicono ed anzi evidenziano. Ha forse questo Governo dei legami più o meno diretti con la Magistratura e/o il Parlamento? No, per bacco! Il Governo Monti non è espressione né della Magistratura né tantomeno ha in sé esponenti Parlamentari!…
Oh, perdindirindina! Vorremo mica dire che con il Governo Monti vediamo oggi realizzata compiutamente in Italia la dottrina dei 3 poteri di Montesquieu?! Direi proprio di sì!
Ecco perché, di fronte all’espressione “democrazia sospesa” io proprio non resisto dall’alzarmi in piedi e dire la mia.
Potrà non piacere questa realizzazione, potrà non essere apprezzata la compagine governativa, si potrà dubitare sull’efficacia del suo lavoro, ma di certo non si può affermare –se un minimo periti ed onesti intellettualmente- che oggi la situazione politica determini una “sospensione della democrazia”.
Al contrario, oggi abbiamo nel nostro Paese quello che per Montesquieu era un sogno, un’utopia verso cui tendere idealmente.
Ma di questo non ringraziamo questo o quell’altro o noi stessi, ringraziamo il solo vero ingegnere costituzionale, anagraficamente vecchio ma ancora il più frizzante d’ingegno, artefice del miracolo politico: il Presidente della Repubblica.
Credo che noi Giovani, nonostante la confusione politica, costituzionale, sociale ed economica in cui siamo immersi, pieni di speranze ed entusiasmo e altrettanto stufi di questa classe politica incapace di risultati efficace e produttivi nel lungo periodo, dobbiamo sempre ricordarci che per essere dei buoni allievi dobbiamo saper sceglierci dei buoni maestri.

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Rassegna stampa, 27 dicembre 2011

postato il 27 Dicembre 2011
Ricca rassegna post-natalizia, oggi. Il Premier Monti è tornato al lavoro e, come ci racconta Buzzanca su Repubblica, è pronto ad avviare la “fase 2” del suo Governo: domani CDM straordinario per mettere a punto le riforme per la crescita, a partire da liberalizzazioni e riforma del mercato del lavoro. Noi abbiamo selezionato qualche pezzo utile per capire cosa è indispensabile fare: innanzitutto ci vuole decisione, perché – come spiega De Mattia su MF – 90 giorni di attesa per i provvedimenti procrescita proprio non possiamo permetterceli; servono poi politiche per l’abbattimento del debito, interessante Bisin su Repubblica; riforme sulla falsariga di quella delle pensioni -che ci rendono ora un esempio per il resto d’Europa, leggete Rogari sul Sole – a partire dalla banda larga (Marro sul Corriere). Il Governo Monti ha tutte le carte in regola per riuscire a fare bene e noi abbiamo il dovere di sostenerlo in questo difficile lavoro, così come ci esorta a fare il Washington Post. Infine, leggete l’intervista del Ministro Riccardi sul Corsera e il retroscena di Bei su Rep sul rischio implosione per il Pdl: ci sono grandi movimenti al Centro (se pensiamo in grande, vinciamo noi – sostiene Sechi sul Tempo). Auguri.

Monti avvia la fase 2, domani il CDM (Silvio Buzzanca, la Repubblica)

Statali, la truffa dei due lavori (Fiorenza Sarzanini, Corriere)

Riccardi: «I cattolici ritrovano il gusto della politica I partiti si ripensino». (Paolo Conti, Corriere della Sera)

Ma nel Pdl sipreparala diaspora quaranta “delusi” tentati dal centro. (Francesco Bei, la Repubblica)

Sulle riforme per la crescita 90 giorni potrebbero essere troppi (Angelo De Mattia, MF)

Internet superveloce, si riparte dal Mezzogiorno (Enrico Marro, Corriere)

Il muro del debito (Alberto Bisin, La Repubblica)

Adesso siamo un modello per l’Europa (Marco Rogari, Sole24Ore)

Italy’s uphill financial fight (Washington Post)

Il presepe del belpaese. (Mario Sechi, il Tempo)

Una politica a corto di idee. (Giovanni Sartori, Corriere della Sera)

Terzi: “L’Italia chiede all’Onu di difendere la libertà religiosa”. (Alessandro Di Lellis, il Messaggero)

Yulia Timoshenko: “Sono viva in questa tomba” (Yulia Timoshenko, La Stampa)

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Rassegna stampa, 17 dicembre ’11

postato il 17 Dicembre 2011
La Camera, ieri, ha detto sì alla manovra di Mario Monti, con 402 voti favorevoli, 75 contrari e 22 astenuti. Si restringe così il numero di parlamentari che sostengono il governo, dopo il no alla fiducia dell’Idv e alcuni strappi all’interno del Pdl (leggete Lopapa su Repubblica): ma questo è il primo segnale di un’Italia che si rialza, come ha sostenuto Casini nel discorso pronunciato alla Camera (lo trovate su Liberal). Consigliata la lettura del retroscena di Massimo Franco sul Corriere (il sì era obbligato e molto ha contato, nel vincere la resistenza di ampie sacche del Pdl e del Pd, l’attivismo del Colle) e dei commenti a firma di Geremicca su La Stampa e Giannino sul Messaggero, concordi nel sostenere che questo è il momento del coraggio: il Premier Monti ha cominciato bene, ora deve osare e rivoluzionare il nostro Paese (Luna, su Repubblica, offre a tal proposito uno spunto interessantissimo).

Dietro un sì obbligato le resistenze dei partiti e lo scudo del Colle. (Massimo Franco, Corriere della Sera)

È il primo segnale di un’Italia che si rialza. ( Pier Ferdinando Casini, Liberal)

Il Pdl rischia la deflagrazione. Silvio non blocca il fuggi fuggi. (Carmelo Lopapa, la Repubblica)

Bersani: leali fino al 2013. Casini: niente tatticismi. (Mario Ajello, il Messaggero)

Dieci buste con proiettili bloccate dalle Poste in Calabria. Destinatari Monti, Fornero, Berlusconi, Bersani e Casini. (Angelo Picariello, Avvenire)

Partiti al bivio: riforme per uscire dall’angolo. (Federico Geremicca, La Stampa)

La formica italiana e i sacrifici. (Oscar Giannino, il Messaggero)

La vera scommessa è il New Deal digitale (Riccardo Luna, Repubblica)

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