Terzo Polo, adesso è il nostro tempo. Cambiamo l’Italia.
La convention terzopolista che si terrà venerdì all’Auditorium della Conciliazione a Roma e vedrà uniti Udc, Fli, Mpa e Api, ha un titolo forte: “Io cambio l’Italia”. Che non è uno slogan messo lì per dire tutto e non dire niente, ma la ragione politica e amministrativa per cui in Italia c’è bisogno di un Polo terzo fra due che non funzionano e fanno acqua da tutte le parti. È lo stesso leit-motiv, lo stesso mantra che noi dell’Udc conosciamo bene. Perché ce lo ripetiamo e lo ripetiamo agli elettori da quel lontano (solo temporalmente, però) 2 dicembre 2006, quando – a Palermo – si consumò una drastica scelta: avevamo capito che la Casa delle Libertà era ormai morta e la coalizione di centrodestra non era più in grado di dare soddisfacenti risposte all’Italia: qualcuno ci arrivò più tardi di noi e penso bene di sistemare la faccenda, sostituendo alla coalizione un megapartitone senz’anima, in cui o si vince (e si osanna il capo) o si perde (e si muore).
Noi, che siamo sempre stati piccoli, ma orgogliosi e testardi, abbiamo scelto di imboccare una strada solitaria, una strada impervia e tortuosa: e per molto tempo non c’è stato nessuno che ci tendesse la mano e che ci aiutasse; ci facevamo compagnia tra di noi, ci sostenevamo a vicenda: ci colpivano, ci schernivano (quante volte ho sentito decretare la nostra resa, in cambio di dorate poltrone) e noi restavamo fermi sulle nostre posizioni. È stato il tempo delle formiche: abbiamo affrontano diverse tornate elettorali e siccome (e chissà come mai) i nostri voti non accennavano a diminuire, ma restavano anch’essi saldi, abbiamo cominciato a sentirci dire che dalla nostra posizione di irrilevanza e di assoluta minorità non ci saremmo mai schiodati. Ne abbiamo sentite di così tante e di così grosse: ma tant’è. Perché essere formiche vuol dire anche saper incassare i colpi senza farsi male, lavorando tutti insieme per il bene del proprio formicaio. Ed è stato proprio così che lungo quel nostro cammino, quella lunga traversata nel deserto, abbiamo trovato nuovi compagni. Noi, piccole formiche, non eravamo più sole. E nemmeno più piccole.
Nel frattempo, infatti, l’Italia che i leader del bipolarismo/bipartitismo de noantri non solo non accennava a nascere, ma in più assumeva connotati e fattezze sempre più difficili e dure. L’illusione di un Paese migliore senza quei fastidiosi “uddicinni” è crollata e la realtà ci ha mostrato tutte le difficoltà che incombevano su di noi, peggio della spada di Damocle. E noi, che al formicaio-paese teniamo ancor di più rispetto al formicaio-partito, abbiamo cominciato a predicare “responsabilità”, “coesione”, “unità”. E, vuoi o non vuoi, “loro” – quelli che tanto ci disprezzavano – hanno dovuto ascoltarci. Hanno dovuto darci ragione. Intorno alle nostre parole d’ordine, ai nostri progetti, abbiamo aggregato un Polo – insieme agli amici incontrati per strada e che come noi e con noi vogliono cambiare l’Italia. Il “loro” tempo è finito. È scaduto tra scandali, festini, onesti-solo-a-parole, compravendite e fallimenti. Ora è il nostro momento.
Amici del Terzo Polo, amici dell’Udc, di Fli, dell’Api, del Mpa: è la nostra occasione. Ma c’è bisogno di un’altra prova di coraggio: lasciare le nostre case per aprirci al mondo esterno, per cominciare a progettare anche una grande casa comune che ci ospiti tutti. La fuori c’è l’Italia vera. L’Italia che aspetta solo di essere ascoltata e sostenuta. C’è un’Italia che è stanca delle continue e infruttuose divisioni da stadio che viviamo ogni giorno, stanca di dover lottare per arrivare a fine mese, stanca di non poter sognare un futuro migliore. C’è un Nord che non ne può più delle sparate leghiste, che si trova costretto a dover fare i conti con un’agricoltura e un’industria in crisi, che non ne vuole più sapere di essere ingannato quotidianamente. E c’è un Sud che lotta e non si arrende, che ne ha fin sopra i capelli di classi dirigenti fallimentari e spreconi e che non vuole più sentire parlare di mala sanità o istruzione scadente. Ci sono giovani e giovanissimi che come me e tanti altri che sono convinti che le cose si possano cambiare davvero e che lottano per riuscirci; laureati che sono costretti ad emigrare e scappare e che invece rappresentano il futuro del nostro Paese; operai, insegnanti e dottori che dopo aver lottato una vita, si vedono chiusi il proprio posto di lavoro per assenza di fondi; imprenditori soffocati da tasse eccessive e spesso incomprensibili; e si potrebbe continuare per pagine e pagine.
Non possiamo più perdere tempo. Cambiamo l’Italia. Ora. Insieme.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera
Iniziativa interessante e condivisibile. Però, che non sia il solito slogan, tipo: governo tecnico per cambiare la legge elettorale, senza averne presentato anticipatamente una bozza.
Se si assume l’impegno di cambiare l’Italia, si indichi contemporaneamente e in modo inequivocabile, cosa cambiare e come. E soprattutto: non si partecipa a nessuna Amministrazione locale se non per la realizzazione concreta dei propri propositi di modifica del sistema e di riduzione degli sprechi e della spesa politica esagerata, a cominciare dagli Enti Locali
A mio modestissimo avviso in Italia si sente il bisogno di un centrodestra autenticamente moderato, nazionale ed istituzionale.
Intendendo per istituzionale il rispetto dei cardini fondamentali del nostro ordinamento che il berlusconismo in questi anni ha messo in discussione e più volte tentato di scardinare per perseguire interessi ad personam.
Quello che però temo è che con il crollo di B. e del suo ignobile sistema di potere il Terzo Polo diventi rifugio di riciclati alla ricerca di nuova verginità.
Sarà allora che sarete messi alla prova.
Se vi rivelerete una nuova DC, o un novello Popolo delle (proprie) Libertà tante speranze saranno tradite.
Carissimi amici, ho avuto la fortuna di poter parlare per ben due volte alla presenza dei vertici dell’Udc, sia a Todi che a Chianciano, sono rimasto molto colpito dal rispetto che il mondo dell’UDC, movimento di forte ispirazione Cattolica ha nei confronti di Noi Disabili, specie dei Campioni che onorano l’intera Nazione. Io voglio con questo breve messaggio fare un sincero inbocca al lupo al Presidente Casini, persona che io stimo molto. Il mio Sogno, oggi sarebbe quello di essere ancora li a poter parlare dal Palco, parlare di Diritti delle persone disabili e di progetti che potrebbero cambiare la vita di tante persone in positivo.
Vi abbraccio con sincerità, IO non ho un colore politico sono Italiano, e rispetto tutti i partiti, dialogo con tutti, ma devo anche dire che il Presidente Casini mi ha dato quella chance di dire la mia che altri non mi hanno mai concesso… Gianluca Attanasio Pluri Campione Italiano di Nuoto Paralimpico Ambasciatore del Movimento Etica e Cultura Sportiva del MECS con l’Alto Patrocinio del CIP, CONI e Presidenza della Repubblica. Mail: mee_tic@live.it
Tutte chiacchiere e distintivo…
La politica dell’UDC è vecchia di muffa… sono 20 anni che ripete le stesse cose…. “governo di transizione”, “governo di responsabilità nazionale”… “mettiamoci intono ad un tavolo”… l’UDC vuole per forza le poltrone e comandare, sia se c’è la destra sia se c’è la sinistra, l’importante è avere le poltrone e questo si capisce perché in alcune regioni sta con il PDL e in altre con il PD… mi domando ma l’UDC sta a destra o a sinistra ? ripetono sempre.. stiamo al centro… come per dire con tutti… con chi vince.. vogliamo comandare sempre…. l’importante è che sia la politca a decidere chi governa e non i cittadini… con una costituzione fallimentare che ha creato 300 governi in 50 anni …. VII° governo Moro…. XIII° governo Andreotti… XXX° governo Fanfani… X° Governo Berlusconi … basta non se ne può più.. sempre la stessa gente… Casini Buttiglione Cesa… ma andassero a lavorare…. politici che non hanno mai lavorato in vita loro… hanno distrutto una generazione di giovani… aumentando il debito pubblico ….. e non fanno che ripetere che il bipolarismo è morto… ci vuol dire Casini quale riforma elettorale evita una crisi di governo se una parte consistente del partito di maggioranza relativa si stacca e va all’opposizione ? Quale ? Il proporzionale alla tedesca ? Ma stiamo scherzando ? Non vogliamo più i partiti che decidono chi ci governa…… Il bipolarismo va rafforzato.. la gente deve poter scegliere chi li governa.. con il presidenzialismo come nelle maggiori democrazie europee e occidentali (USA) (dove nessuno si sognerebbe di dire di avere una dittatura come ripetono gli ignoranti) e non devono essere i partiti a deciderlo dopo che si è votato… creando maggioranze non volute dagli italiani… come fa questa costituzione … osannata da tutti…. lasciateci stare.. mettete il vincolo elettorale … mettere la regola per evitare di fare i saltimbanchi e cambiare partito e cambiare maggioranze non votate dagli italiani….. avete stufato per non dire altro… siete troppo invadenti… i politici decidono i CDA negli ospedali, nella gestione dell’acqua, i CDA degli enti pubblici per crearsi clientele e voti elettorali… occupate troppo gli spazi civili….. date spazio ai giovani che ne sanno 100 000 volte più di voi…. ritiratevi in pensione servi e megafoni di Caltagirone
PS: Quando domani ripeterà per l’ennesima volta del governo di transizione o del governo di responsabilità.. o di mettersi tutti intorno ad un tavolo (solo quello sa dire) e che il bipolarismo è morto… l’onorevole Casini ci dica quale riforma elettorale evita la crisi elettorale quando un gran numero di deputati cambia partito.. come successo nel 2010 con PDL e FLI…. senza fare ribaltoni.
Mi sono dimenticato di dire che l’Onorevole Casini è così democratico che mi ha censurato su FB e non mi permette più di commentare le sue parole…. grazie W la democrazia…
Sappiate accettare le critiche politiche (e non dal lato umano ci mancherebbe altro) da cittadini che sono stanchi di saltimbanchi politici inefficienti e incapaci.
Se vogliamo sperare di poter spingere la politica verso la risoluzione effettiva dei problemi, noi cittadini dobbiamo prendere l’abitudine di discutere di cose concrete e dei provvedimenti da adottare, non delle solite critiche più o meno pungenti su questo o quel personaggio politico, che non servono a niente.
Dovremmo invece prendere l’abitudine di fornire indicazioni precise ai vertici e di subordinare il nostro consenso elettorale alle risposte che vengono date alle nostre richieste.
Tanto per parlare di cose concrete, in questi giorni, a seguito della gravi difficoltà economiche in cui l’Italia si è venuta a trovare, a causa soprattutto del pauroso debito pubblico, (che nessun Governo intende ridurre), è stata varata con velocità supersonica una ennesima manovra finanziera che, come al solito, va a colpire i ceti medio bassi, non la Casta.
Purtroppo, le manovre finanziare servono solo a temporeggiare e a rinviare i problemi reali al futuro, tartassano i cittadini e non risolvono nulla, perché “E’ inutile pompare altra acqua se le tubature continuano ad essere bucate”.
Occorrono quindi modifiche strutturali, che nessuno vuole affrontare perché vanno a togliere privilegi a personaggi influenti e in grado di condizionare.
Comunque, se non si incide pesantemente sui costi esorbitanti della politica, della Casta e degli apparati, e sul prezzo della benzina, sarà tutto inutile.