postato il 9 Settembre 2011 | in "Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Tobin tax o Eurobond?

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Nei giorni scorsi si è dibattuto su Tobin Tax e su Eurobond come di due strumenti alternativi per cercare di sostenere l’Europa in questa crisi e anche oggi i ministri di Germani e Francia hanno nuovamente chiesto di introdurre questa tassa.

Personalmente sono contrario alla Tobin Tax e a favore degli Eurobond, perché la prima avrebbe un effetto depressivo per i mercati, mentre con i secondi si potrebbero reperire facilmente risorse da destinare agli investimenti in infrastrutture e per la crescita.

Ma effettivamente cosa sono?

La Tobin Tax prende il nome dal suo ideatore, l’economista James Tobin, e si configurava, al momento della sua ideazione, come una tassa da fare pagare agli operatori finanziari per ogni transazione sui mercati valutari, con lo scopo di rendere poco appetibili le speculazioni di brevissimo periodo che lucravano sui piccoli scarti tra una valuta e l’altra.

L’idea è piuttosto semplice: ad ogni cambio da una valuta ad un’altra, si preleverebbe una piccola tassa, di circa  mezzo punto percentuale del montante. In questa maniera, si scoraggerebbero gli speculatori, perché molti investitori piazzano a brevissimo termine i loro soldi nelle valute. Se questi soldi vengono improvvisamente prelevati, i paesi devono alzare drasticamente i tassi di interesse in modo da mantenere attraente la valuta. Tuttavia, alti interessi sono spesso disastrosi per l’economia locale.

I ricavi della tassa per Tobin erano solamente un sottoprodotto , come da lui affermato durante la sua ultima intervista rilasciata a Der Spiegel. Inoltre facendo diminuire gli scambi, diminuiscono anche gli introiti di questa tassa.

Sbaglia quindi chi pensa di potere avere introiti consistenti su questa tassa, soprattutto perché se non viene applicata a livello mondiale, i danni sono maggiori dei benefici, come dimostrato dall’esperienza svedese che aveva messo la Tobin Tax, ma ha dovuto toglierla perché i ricavati erano infinitesimali e quasi tutti gli scambi si erano spostati dalla borsa valori svedese a quella londinese, producendo una grande depressione per i mercati finanziari svedesi.

E’ logico pensare che, se si applicasse la Tobin Tax solo nell’Europa continentale, gli scambi si sposterebbero in mercati privi di questa tassa, e quindi il suo effetto sarebbe nullo come introiti, e anzi produrrebbe una grave crisi per gli operatori dei mercati finanziari, proprio per questo moltissime nazioni europee sono contrarie all’idea di imporre la Tobin Tax.

Discorso diverso per gli Eurobond, che sono delle obbligazioni emesse da tutta l’Europa e quindi godrebbero di un buon rating e di tassi di interesse abbastanza bassi, in quanto sarebbero garantiti da tutti i paesi europei (fenomeno detto risk pooling: ossia la trasformazione di rischi individuali in frazioni di rischio collettivo ).

I fondi ottenuti dagli Eurobond potrebbero poi essere usati, non solo per gli interventi della BCE e per gli Stati in crisi come la Grecia, ma soprattutto per finanziare investimenti in infrastrutture e il rilancio produttivo dell’Europa, stimolando la crescita e con effetti espansivi sui mercati.

Questo genererebbe un aumento del PIL europeo e quindi un aumento della ricchezza prodotta e del numero dei lavoratori occupati, diventando quindi uno strumento utile per il contrasto alla crisi attuale.

E’ chiaro che bisognerebbe strutturare bene gli Eurobond, soprattutto perché esistono varie tipologie: Stability Bond (Sb), UnionBond (Ub) e EuroBond (Eb) propriamente detti. Poi alcuni parlano anche di EuroUnionBond (Eub).

Gli UnionBond (Ub) furono proposti dal presidente della Commissione europea Jacques Delors nel “Libro bianco Crescita, competitività, occupazione” del 1993 e dovevano essere garantiti dal bilancio della Comunità europea per finanziare investimenti in grandi infrastrutture transeuropee i cui ricavi sarebbero andati ai promotori dei progetti medesimi (enti del settore pubblico e ditte private) onerati dagli interessi e dal rimborso degli Ub. Barroso e la Commissione Europea nel 2010 hanno sostenuto una variante degli Ub, ovvero i “projectbond” (Pb), per realizzare singole infrastrutture europee con finanziamenti nel partenariato pubblico-privato. I Pb andrebbero emessi da privati ma garantiti dal bilancio comunitario e dalla Bei. Ne esistono già alcuni varati dalla Bei e dal “Fondo Marguerite” operativo del 2008 con “core sponsors” costituiti dalle Casse depositi e prestiti (o forme affini) di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e dalla Bei. Si tratta di partecipazioni minoritarie in nuovi progetti di infrastrutture europee per trasporti, energia ed energie rinnovabili.

Gli EuroBond propriamente detti sono stati presentati come mezzo per ristrutturare i debiti pubblici nazionali degli Stati membri della UE e addirittura furono proposti nel 2010 da due ministri dell’economia: Jean-Claude Juncker (presidente dell’eurogruppo) e Giulio Tremonti.

Il vantaggio più grande degli Eurobond è che i titoli di Stato dei Paesi membri dell’euro rimangono attaccati e attaccabili, proprio perché il singolo stato ha un peso limitato sui mercati mondiali; cosa ben diversa sarebbero invece delle obbligazioni garantite da un intero continente.

Ovviamente i soldi ottenuti dagli Eurobond non dovrebbero servire a colmare i disavanzi dei vari paesi (come erroneamente ritengono molti), ma a finanziare la crescita e l’occupazione tramite investimenti produttivi, con il risultato che queste obbligazioni si ripagherebbero poi con gli introiti generati dagli investimenti.

 

 

2 Commenti
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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno

Il mio discorso alla fimminina mattutino inizia così: La tobin tax è una tassa “minima” che peserebbe sugli investitori; la tobin tax non converrebbe a tutti i lungimiranti mercati internazionali? l’eurobond, al pari del cct o del bot, di carattere nazionale, è un altro debito, contratto da un’unione di Stati, o sbaglio? Esisterebbero già compratori di eurobond? Debbo essere onesta, anche perchè, da “buona casalinga di voghera”, ci capisco poco ed io non riesco a fidarmi di eurobond, di cct, di bot. Forse perchè ricordo i bond argentini? Forse le borse sono nate con intenti accettabili, ma perchè io oggi li vedo solo come grandi truffe, sia quelle che riguardano le azioni di imprese private sia quelle che riguardano il debito pubblico. E se l’eurobond, su scala europea, tra dieci anni diventasse come il cct e il bot italiano con tassi d’interesse elevati?
Mi perdoni se non mi esprimo felicemente… la materia è astrusa, ma chissà perchè io preferirei la tobin tax… su scala mondiale.
una citoyenne

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

assolutamente….
l’eurobond ha un vantaggio: è un debito fatto dalla UE..cosa significa? che vi sono anche, all’interno, stati “virtuosi”…questo permetterebbe di avere tassi di interesse più bassi… per intenderci: l’italia per ora paga tassi di interesse più bassi di quelli tedeschi.. con gli eurobond si ottengono soldi, che possono essere usati per investirli.
inoltre l’ammontare dell’eurobond può essere predeterminato.

La tobin tax, intanto non può essere predeterminata come importo (èerchè non è una tassa fissa, ma percentuale), inoltre avrebbe valore solo se applicata su scala mondiale… altrimenti quale è il rischio??? che le contrattazioni si spostano dai posti in cui vi è la tobin tax, verso i mercati dove non vi è questa tassa.
la svezia provò ad introdurla, e ha dovuto toglierla…
inoltre la tobin tax, per bocca del suo ideatore (James tobin) non aveva lo scopo di prendere soldi..ma semmai di scoraggiare gli eccessivi movimenti internazionali. ecco quindi che la tobin tax avrebbe effetti
depressivi…



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