Un’asticella ci salverà

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Francesco Costa ha messo nero su bianco ciò che i più attenti notisti politici e lo stesso uomo della strada hanno percepito con chiarezza:

Questo è un governo come l’Italia non ne ha mai avuti nella Seconda Repubblica: un governo spesso e forte. Chi vorrà vincere le elezioni e fare parte del prossimo governo dovrà riuscire a essere almeno altrettanto credibile: non basterà agitare le solite parole d’ordine, brandire i simboli storici e rifugiarsi nel copione che conosciamo a memoria, manifestazioni, slogan e manfrine sui giornali. L’asticella si sta spostando verso l’alto.

Probabilmente il fatto che l’asticella di cui parla Costa si sia spostata verso l’alto è uno dei risultati più grandi di Monti dopo il salvataggio del Paese. E sempre questa benedetta asticella dovrebbe dissuadere improvvidi da avventure senza ritorno che rischierebbero di vanificare il lavoro fin qui fatto.

Ecco perché in questo contesto le ripetute proposte di Pier Ferdinando Casini di continuare l’esperienza del governo Monti anche dopo la fine della legislatura non sono un banale invito all’inciucio, ma una presa di coscienza del fatto che in questo momento la politica ed in primis il Paese hanno bisogno di quella propulsione che solo lo sforzo unitario delle forze politiche può dare. Non si tratta di morte della politica, bensì di presa di coscienza della politica: mettere davanti a tutto il bene dell’Italia non è inciuciare, ma essere responsabili.

Certo in democrazia si può sempre scegliere un’altra via, e quindi una delle parti politiche che sostiene l’attuale sforzo unitario potrebbe, per calcolo politico, decidere di mandare questa esperienza a gambe all’aria e provare a conquistare Palazzo Chigi. E’ indubbio però che in questo scenario a competere per il governo sarebbero le vecchie disomogenee e disarticolate coalizioni che in questi anni hanno dato prova di straordinario immobilismo. Pensateci bene, sostituire Terzi, Passera e la Fornero con Calderoli, Ferrero o Di Pietro. Non so voi, ma io continuo a preferire i primi. Effetti dell’asticella.



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