postato il 24 Agosto 2011 | in "In evidenza, Media e tecnologia, Riceviamo e pubblichiamo"

Vengano messe all’asta le frequenze televisive

Nel pieno del dibattito sulla manovra finanziaria e su dove reperire i soldi e sui tagli da operare, c’è una proposta seria e concreta per reperire circa 3 miliardi di euro (euro più, euro meno): perché non vendere le frequenze televisive? Il governo ha tra le mani circa 6 frequenze nazionali di cui 5 per il digitale terrestre, mentre la sesta frequenza può veicolare la televisione in mobilità (il Dvbh)  visibile su cellulare o su un tablet.

Nel 2009, quando furono individuate queste frequenze si decise di regalarle agli editori nuovi o vecchi come Rai e Mediaset, che avessero certi requisiti. Ora, il 6 settembre prossimo, partirà la preselezione delle emittenti candidate ad ottenere le frequenze.
Giustamente l’on. Roberto Rao afferma: “un’asta per l’assegnazione delle frequenze tv digitali risponderebbe innanzitutto a un’esigenza di equità e trasparenza, principi che questo governo ha finora maltrattato. Siamo ancora in attesa di sapere perché sono state sottratte le frequenze da 61 a 69 solo alle emittenti locali e perché è stato consentito agli operatori nazionali già presenti sul mercato di partecipare al ‘beauty contest’ per i nuovi multiplex. Solo nei paesi dove la democrazia e dunque il pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo non sono di casa viene concessa la possibilità di fare informazione in base a criteri discrezionali. Un conto è mettere tutti in condizione di aggiudicarsi questi spazi, un altro – conclude – è favorire i soliti noti: bella differenza, solo questo esecutivo fatica inspiegabilmente a coglierla”.

Si ricorda un precedente molto importante: la vendita delle frequenze per la telefonia mobile avvenute nel 2001. All’epoca il Garante per le Comunicazioni spiegò come assegnare agli operatori della telefonia un certo tipo di frequenze, suggerendo che le frequenze venissero date agli operatori attraverso una gara ad inviti stimando che si potessero ricavare circa 3000 miliardi (di lire). L’allora presidente del consiglio, Giuliano Amato, decise di non seguire il consiglio del Garante e procedette ad un’asta, con il risultato di ottenere la bellezza di 26.750 miliardi di lire (pari a 13 miliardi di euro), effetto proprio dell’asta competitiva. Purtroppo i tempi sono stretti, entro il 6 settembre si procederà all’inizio dell’assegnazione delle frequenze, ma questo non significa che i tempi non si possano spostare anche di poco tramite un emendamento.

Non dico che otterremmo quella cifra, ma sicuramente è lecito supporre che si possano ottenere 3 miliardi di euro e, in ogni caso, sarebbe sempre meglio e più equo, procedere ad un’asta piuttosto che regalare gratis questo piccolo tesoro di frequenze televisive.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

9 Commenti
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Logan
Logan
13 anni fa

Sono assolutamente daccordo con la proposta suggerita da Mario, sia perchè non capisco perchè dobbiamo fare questo ulteriore regalo a Mediaset e Rai, sia perché, come giustamente sottolineato, in questi tempi di crisi sarebbe molto utile potere recuperare questi soldi.

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

il punto è proprio questo: si tratta di potere incamerare soldi, senza che qualcuno ne debba soffrire… se non si lavora in questo senso, allora tanto vale chiudere bottega

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buon pomeriggio, presidente

Mi compiaccio di apprendere che i suoi estimatori cercano di trovare fondi dove lei stesso, forse, non li cerca. Dico così perchè ultimamente ho letto nelle interviste da lei rilasciate il grande fervore che mette nel condannare le “pene finanziarie” che questo governo vorrebbe infliggere al “vostro” ceto medio (il mio ceto medio è ben altro!) e con quanta passione parli dei “vostri quozienti familiari”, perchè quasi tutti voi, nell’eden in cui state, avete più di una famigliola da portare avanti! (A proposito il quoziente familiare dovrebbe essere applicato anche al povero miliardario cav. con tutti quei figli che si ritrova?).
Se ha parlato tanto a lungo di “ceto medio tartassato”, non le ho sentito dir nulla sulle frequenze e se non fosse stato per l’illuminante articolo del sig. pezzati con l’illuminante chiarimento dell’on. Rao, non ne sapremmo molto. Perchè non raccomanda alla compagine governativa di rivolgere verso le frequenze la loro illuminata attenzione? O forse non vogliono pestare i calli al loro padroncino? E allora perchè non lo fa lei? Non mi faccia pensare che anche lei non vuole “disturbare il manovratore”!
Una citoyenne

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buon pomeriggio, sig. Pezzati

Ho appreso dal suo articolo gli sprechi che ancora continua a fare questo governo. La ringrazio per avere segnalato anche questa questione, spero mi perdonerà se la userò per fare un doveroso tam tam a quei piccoli gruppi con i quali sono collegata. Mi auguro che l’attenzione della base sia sempre all’erta e che dia notizia di ogni “disservizio”, visto che i capi sono sempre tanto, tanto occupati.
Una citoyenne

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

sig.na citoyenne, la ringrazio per i complimenti e anzi mi e le raccomando di fare girare il più possibile questa notizia delle frequenze.
dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica, perchè questo ennesimo regalo non si consumi ai danni dei cittadini

violetta
violetta
13 anni fa

Trovo assurdo ” regalare” frequenze, che poi vanno a finire…si sa dove….molto meglio metterle all’asta>
Storcere il naso a proposte come questa ultima perche’ poco utili a risanare e’ quasi da snob, invece cominciamo da cose che sono gia’ fattibili e senza spesa e via…

Aldo Patti
Aldo Patti
13 anni fa

Sig. Pezzati
Sono decisamente d’accordo con la proposta dell’ On. Rao.
Beni come le frequenze, non importa se immateriali, sono pertinenze di tutta la societa’ e non possono essere dati a singole entita’ senza una normale gara. Questo dovrebbe essere sempre valido, ed in questo periodo ancora piu’ cogente. Non e’ solo morale ma anche e sopratutto democrazia.

Roberto Rao
Roberto Rao
13 anni fa

Molto giusto. Intanto l’Udc e il terzo polo presenteranno l’emendamento alla manovra per l’asta sulle frequenze. In un momento di sacrifici per tutti, non e’ il caso di privilegiare chi ha lavorato finora in regime di oligopolio.

Silvia
Silvia
13 anni fa

concordo pienamente



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